Autore : gamba - lun 05 dicembre 2005 - Argomento : General
Per non diventare cattivi maestri
Robespierre si sveglia la mattina dopo l?esecuzione di Danton. Il volto sudato, coperto da un fazzoletto durante il sonno madido di sudore, lo stesso sguardo angosciato visto nella prima scena del film; si alza e si appresta a prepararsi per uscire di casa ed andare al Comitato di salute pubblica; mentre si mette la parrucca e si incipria entra la governante con il figlio, che nella prima scena del film veniva punito per non avere imparato gli articoli fondamentali della costituzione repubblicana; ora li recita a memoria e scorrono sullo sfondo della scena, e per chi ha visto il film (il processo farsa e la condanna a morte di Danton) assumendo due diversi valori, il primo quello universale dei diritti sociali e dell?uomo, il secondo di quanto sia facile, in nome del potere, della propria cattiva coscienza o dell?opportunità calpestarli.
Non male l?ultima scena del film ?Danton? di Wajda, vero! Per me è impressionante, il film l?ho visto almeno vent?anni ed ogni volta che mi devo misurare con le mie idee, i fatti e fare delle scelte lo rispolvero; qualche volta mi è servito, soprattutto per ragionare e saper dare anche risposte scomode.
Sulla vicenda della Comunità La Tregua di Montalto ho avuto occasione di dibattere con Pagnozzi un paio di anni fa sulla Gazzetta di Reggio; per la verità si è trattato di un dibattito monco, in primo luogo perché la mia lettera fu pubblicata con un ritardo di venti giorni, con gli eventi in fase di evoluzione, e soprattutto con tagli sostanziali che ne stravolgevano parte del contenuto, mentre la lettera di Pagnozzi fu pubblicata il giorno dopo la mia, probabilmente integra, con toni certamente poco concilianti; la mia controreplica, contenente alcune precisazioni e chiarimenti che ritenevo dovuti, sia per i tagli subiti che per talune cose scritte dal Sindaco che non erano condivisibili o inesatte, non è mai stata pubblicata sebbene la Gazzetta di Reggio la abbia ricevuta ben due volte; attendo comunque fiducioso, magari dopo due anni la pubblicheranno spacciandola per qualcosa dell?altro giorno, oppure l?hanno usata per mettere in pari le gambe di una scrivania traballante (propendo per questa seconda ipotesi).
Non tornerò quindi sul contenuto della polemica come la sistematica cementificazione di parte di un altopiano di una rara bellezza come Montalto, voglio però ricordare che nel frattempo sono successe altre cose in quei luoghi che avrebbero meritato altrettanta attenzione del caso della Comunità, come la chiusura della latteria, la sagra del 2005 saltata, le frane e così via; forse la progressiva spoliazione di attività economiche e ricreative, lo stato dell?ambiente dovrebbe essere serio motivo di riflessione, forse non interessa a nessuno, salvo ai cittadini di Montalto ed a qualche intellettuale, un po? come le strade ed i sentieri pubblici, chi ha un certo peso può chiuderli quando gli pare in barba ai diritti dei cittadini.
Queste sono cose meno evidenti, e probabilmente faccio male ad inserirle in quest?articolo, anche se è sempre utile ricordare che esistono problemi per Montalto anche più gravi della presenza della Comunità La Tregua.
E? vero che in questi 17 anni di convivenza tra cittadini ed ospiti della comunità non tutto è andato bene, e che ci sono stati errori nella gestione della struttura, è vero che non si è sempre monitorato, e tutto questo ha portato ad una situazione esasperante in alcuni periodi, ma è anche vero che la comunità si è data da fare in questi due anni per recuperare le mancanze; ora il problema è stabilire se si sono ripristinati livelli decenti di convivenza o se il solco scavato un paio d?anni fa è ancora profondo e tale da rendere ancora difficile una riconciliazione, e dico difficile ma non impossibile per un motivo; per quanto possano portare disagio nei confronti della comunità, per quanto possano essere arrabbiati, secondo me la maggior parte dei cittadini di Montalto sentono questa vicenda come una sconfitta e non credo che l?uscita dalla scena della comunità li farà sentire meglio.
Sanno che nella nostra società i tossicodipendenti, gli alcoolisti, le nuove dipendenze come videopoker e cose del genere sono in aumento e probabilmente sentono inadeguato tutto ciò che è accaduto a Montalto, e vorrebbero che le cose fossero andate diversamente, perché di strutture per aiutare gli affetti da queste patologie ne abbiamo veramente bisogno, purchè naturalmente ci sia l?impegno di farle funzionare bene.
Ora si parla di spostare e non spostare la struttura, modificandone il contenuto dell?attività in modo radicale anche concedendola di nuovo in uso alla Comunità Papa Giovanni XXIII; uno strano compromesso e probabilmente frutto di un accordo politico tale da dimostrare da una parte la volontà dell?amministrazione comunale di rispondere ai cittadini di Montalto ed a Provincia, Regione e Comunità con un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma con il rischio di un pateracchio, e francamente non mi sembra la soluzione migliore, che invece sarebbe quella di fare un passo indietro tutti quanti, respirare profondamente e ricominciare a pensare.
In questo paese non c?è bisogno di cattivi maestri.