Autore : giancarlo - gio 26 luglio 2007 - Argomento : Generale
Kweku
Ciao Kweku,
mentre tu eri steso sotto un lenzuolo bianco, cadavere per un altro infortunio sul lavoro, ho pensato alla jella che ti ha riservato la vita: morire senza avere le proprie mani tra le mani di chi ti vuole bene.
Il medico rianimatore che si adopera per far si che il filo della tua vita non si spezzi, e tu che piano piano chiudi gli occhi davanti ad uno sconosciuto.
Forse in Ghana si sarebbero precipitati tutti, parenti e amici, e tutti avrebbero pianto la tua morte.
Ma che dico! In Ghana non ti avrebbe ucciso una trave d'acciaio, altre sono le cause di morte nel tuo paese!
Ma in Ghana tutti avrebbero pianto e le lacrime avrebbero aiutato a sciogliere la tua anima dal corpo, e salire così in cielo dove l'aria è più tersa e pulita.
Qui, a Reggio Emilia, non scendevano tante lacrime; solo quelle dagli occhi del tuo compagno di lavoro, che proprio perchè erano le uniche, preziose in misura infinita, come il mistero della nostra vita.