Autore : lorenzo - sab 31 marzo 2012 - Argomento : Cronaca
Un prete da battaglia, con un cuore grande così
Io che don Gianni si chiamasse Giancarlo l'ho realizzato parecchio tempo dopo aver smesso di servire a messa, qualche secolo fa. Era semplicemente "il don". E in fondo lo è stato fino ad oggi.

Per un paio di generazioni di vezzanesi, compresa la mia, il prete era don Gianni. Stop.

Non è che ti mettevi a fare il confronto con chi c'era prima sul carattere, l'approccio pastorale o chissà cos'altro. Lui era il prete ed era un prete che ti metteva allegria. Dici poco.

Ogni tanto lo sentivi definirsi con molta autoironia "un prete da battaglia". Uno che in campeggio mandava a nanna una nutrita combriccola di cinni leggendo Giovannino Guareschi (c'ho il sospetto che don Camillo gli stesse parecchio simpatico come personaggio).

Di questo prete da battaglia pieno di iniziativa, ognuno di noi giovane o vecchio, devoto o ateo, asino o dottore, si porterà dietro ricordi semplici ma intensi.

Dai tempi eroici di Vaglie a quell'angolo di paradiso trapiantato in terra che era la Val Daone, dalle foto dei presepi alla Panda sempre un po' scassata, dalle gite-pellegrinaggio al catechismo che-se-non-vieni-ti-arriva-uno-scopaccione, passando per le altre mille attività.

E oggi siamo qui, ognuno con il suo pezzo di vita, ognuno con il suo grazie.

Perchè se ci pensate don Gianni, con molta probabilità, era lì quando vi bagnavano la testa, era lì quando da zucche vuote consumavate i banchi di scuola, era lì quando vi sposavate, era lì quando eravate voi a bagnare la testa di un altro, era lì quando qualcuno se ne andava. Era lì, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Oggi ad andarsene è stato lui.

La morte è una di quelle cose da mettere nel conto di un vita. E "il don" lo sapeva benissimo.

Quando da chierichetti finito il funerale si scendeva insieme dal cimitero alla chiesa, lo vedevi sorridere e chiacchierare. A me quella cosa all'inizio sembrava strana. Decine di funerali in un anno metterebbero tristezza anche a Groucho Marx. E invece niente. Intuivi lì la consapevolezza che, credente o no, la morte è solo un passaggio nel racconto di una vita e non il suo capitolo finale.

Perchè la vita continua anche senza di noi, come diceva quel cantante di Zocca che a don Gianni non piaceva proprio. Continua nei ricordi e nelle vite di chi ha avuto la fortuna di incontrare un prete da battaglia con un cuore grande così.

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