Autore : redazione - mar 10 novembre 2020 - Argomento : Cronaca
Giallo Emilia
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Sono stati pubblicati i "nuovi" dati in base a cui l'Emilia Romagna è rimasta in "zona gialla", quella con le restrizioni minori per la vita economica, sociale e personale.

Il termine "nuovi" è fra virgolette perché è bene ricordare che i dati descrivono la situazione della settimana dal 26 ottobre al 1 novembre.

Cosa dicono i dati ?

Ancora nessuna buona notizia per il momento, anzi.

L'indice RT è stabile sostanzialmente a 1,6 rispetto alla settimana precedente. Vuol dire che in media 1 persona ne contagia una e mezzo circa. Banalmente: finché non si scende sotto il valore di 1 i casi continueranno ad aumentare.

Tutti gli altri parametri sono peggiorati: dall'incidenza a 14 giorni, al numero di focolai attivi, alle percentuali di positività dei tamponi.

Ci salviamo, ancora, sul fronte medico e degli ospedali, ma anche qui ovviamente la situazione sta peggiorando.

Per quanto riguarda le terapie intensive siamo passati dal 15% al 20% di occupazione (l'allarme scatta al 30%) e dal 15% al 23% nelle aree mediche (l'allarme scatta al 40%).

Ci sono però due problemi con questi dati.

Il primo riguarda il numero di posti in terapia intensiva davvero disponibili. Per la Regione sono 641, per il commissario Arcuri 563. Comunque il dato percentuale è calcolato su quello della Regione (e per fortuna).

Il secondo problema è più grosso: i dati percentuali di occupazione di terapie intensive ed aree mediche si riferiscono al 1 novembre.

Oggi le aree mediche sono al 35% di occupazione (soglia 40%) ma soprattutto le terapie intensive sono già occupate al 32% ovvero sopra la soglia del 30% che fa scattare l'allarme e anche il rischio concreto di scivolamento verso colori più accesi.

Solo un sensibile calo dell'indice RT potrebbe influenzare positivamente una prossima valutazione, che dovrebbe avvenire a fine settimana sui dati raccolti fino a domenica 8 novembre (data in cui le TI erano appena sopra soglia).