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Le notizie di cronaca riportano spesso episodi di ostilità, nelle comunità locali, nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati destinati ad essere ospitati nei singoli territori. E' successo anche in provincia di Reggio. I casi più recenti: Villa Bagno, Marola, Fogliano. Le motivazioni di chi si oppone sono varie: dai rischi per la sicurezza personale a quelli economici, dalla perdita di valore delle proprietà al fatto che è meglio spendere quei soldi per gli italiani. Ma ospitare rifugiati e richiedenti asilo è davvero così poco conveniente per un Comune ? Forse no. I fondi per l'accoglienza vengono dallo Stato e in parte minore dall'Unione Europea. Sono quindi soldi che arrivano sul territorio "da fuori", proprio come quelli che tutti i Comuni rincorrono partecipando ai moltissimi bandi regionali, nazionali ed europei nei diversi campi. In una logica del cittadino come contribuente nazionale le spese per gestire l'accoglienza dei migranti così come ad esempio il programma "6.000 campanili" sono un costo, ma se sei un cittadino del territorio dove arrivano i fondi rappresentano invece un vantaggio, se non diretto, almeno indiretto. L'Italia ha speso l'anno scorso 3,6 miliardi di euro per il salvataggio e l'accoglienza dei migranti. Quest'anno, secondo le previsioni, ne spenderà circa 4,5. In termini percentuali è lo 0,7% del totale delle spese correnti di un anno. In sostanza su 100 euro che lo stato spende, 80 centesimi vanno al capitolo profughi. E' spesa pubblica che in gran parte non avremmo potuto fare per i vincoli di bilancio europei, ma che è stata autorizzata viste le condizioni straordinarie. Se li volevamo spendere, li potevamo spendere solo così. Ed è spesa pubblica che, se gestita con efficienza e trasparenza, alimenta l'economia dei territori che ospitano i migranti. Infatti dei noti 34 euro al giorno per le tasche del richiedente asilo non passa o rimane praticamente nulla. Tutto viene investito in spese di personale, affitti e vitto, che con qualche accorgimento (ad esempio buoni spesa e pasto da poter spendere solo sugli esercizi commerciali del Comune) può alimentare un poco l'economia locale e l'occupazione. In più i richiedenti asilo, che non possono lavorare, possono però svolgere lavori di utilità sociale per la collettività. E a Vezzano ? |
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