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novembre 2020
Autore : redazione - dom 29 novembre 2020 - Cronaca
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Come ci si aspettava e come ci si augurava le misure e i divieti previsti per la "zona arancione" hanno cominciato a mostrare gli effetti sperati: questa settimana, per la prima volta da due mesi le diagnosi di positività per Covid-19 in provincia di Reggio sono in calo.

Si è scesi a 1.964 casi, dai 2.301 della settimana precedente. Un calo di quasi il 15%.

Scendono anche i nuovi ricoveri nei reparti ordinari: da 95 a 84, un calo dell'11%.

Per quanto riguarda l'occupazione di posti ospedalieri (il saldo tra nuovi ricoveri e dimissioni) la quota si ferma a 342, in calo rispetto ai 365 di sette giorni prima.

Ancora in crescita purtroppo i posti occupati in terapia intensiva che salgono a 34 dai 29 della settimana scorsa.

In discesa anche i numeri del contagio a Vezzano.

Sono 14 le nuove diagnosi di positività in riva al Crostolo, in discesa dalle 21 della settimana precedente e dalle 29 di quella prima.

Purtroppo da registrare anche un decesso, il secondo di questa ondata autunnale della pandemia, in cui il totale dei casi di positività ha raggiunto a Vezzano quota 120 (il 2,8% della popolazione).

Negli ultimi 7 giorni i comuni reggiani con più diagnosi in rapporto alla popolazione sono stati: Novellara (interessata da un vasto focolaio all'interno di una residenza per anziani) Toano, Campagnola, Quattro Castella, Casina e Casalgrande.

Quelli meno interessati dal contagio: Vetto, Sant'Ilario e Montecchio.

Cosa ci attende ?

Sicuramente altri giorni da "zona arancione" in attesa del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio (le misure attuali scadono giovedì 3 dicembre), poi le valutazioni della "colorazione" in base ai dati più aggiornati che potrebbero riportare l'Emilia Romagna in "zona gialla".

Gli ultimi dati sulla nostra regione registrano un indice RT in discesa poco sopra 1 (tra 1,06 e 1,09) ma anche una serie di dati meno confortanti: il numero di focolai è ancora in crescita, l'occupazione a livello sanitario ancora fuori soglia di allerta (34% terapie intensive, 49% reparti), un rapporto positivi su testati in crescita a quasi il 29% (dal 26% della settimana prima) e solo un 76,3% dei casi in cui è stato possibile svolgere "una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati".

Questo è uno dei dati più importanti da osservare per il futuro: solo riuscendo ad abbassare decisamente i casi settimanali è possibile riprendere un tracciamento efficace e quindi una gestione della pandemia che permetta livelli di vita sociale ed economica più sostenibili.

Una delle lezioni che ci aveva impartito la prima ondata: le pandemie non si vincono con le terapie intensive ma nel testare, tracciare, isolare.
Autore : redazione - dom 22 novembre 2020 - Cronaca
settimana reggio casi
E' passata una settimana dall'introduzione delle misure più stringenti della cosiddetta "zona arancione" sul nostro territorio.

E' presto per valutare l'impatto delle restrizioni.

Occorrerà attendere ancora qualche giorno e un primo bilancio si potrà fare solo alla fine della settimana entrante.

Al momento i numeri che si registrano sono quelli frutto ancora delle restrizioni da "zona gialla".

Come è andata questa settimana ?

A Vezzano negli ultimi sette giorni sono state registrate 21 diagnosi di positività, in calo rispetto alle 29 riscontrate in ciascuna delle settimane precedenti.

L'incidenza degli ultimi 14 giorni, cioè il rapporto tra casi e popolazione, piazza il nostro comune in testa ad una classifica purtroppo in questo caso non positiva. Siamo il secondo comune più colpito, in rapporto alla popolazione, della seconda ondata.

Per quanto riguarda il quadro provinciale la curva cresce ancora leggermente a 2301 casi (settimana precedente erano 2124).

I nuovi ricoveri della settimana in reparti covid sono stati 95 (nella settimana precedente erano stati 98).

Il saldo dell'occupazione dei reparti ospedalieri è sempre in crescita anche se più lenta: 365 i letti occupati in reparti non intensivi contro i 325 di domenica scorsa (+12,4% mentre i sette giorni precedenti il valore era 21%).

Il saldo dei posti occupati in terapia intensiva è arrivato a 29 dai 25 di sette giorni fa.

Cosa ci possiamo aspettare a breve?

Quello che ci si può augurare è che le misure della zona arancione abbiano un maggior impatto degli effetti della "zona gialla", che è riuscita ad interrompere la crescita esponenziale dei casi, ma non a piegare con decisione la curva del contagio.

Se si dovesse registrare ancora un numero costante ma alto di contagi, oltre alla pressione sugli ospedali, non si potrebbe riprendere con efficacia l'attività di tracciamento, l'unica vera arma che abbiamo per i prossimi mesi contro la pandemia e i suoi contraccolpi sanitari, economici e sociali.

riassunto incidenza
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Autore : redazione - dom 15 novembre 2020 - Cronaca
incidenza
Un'altra settimana che ha fatto registrare a Vezzano numeri importanti per quanto riguarda le diagnosi di positività al virus Sars-CoV-2.

Sono state in tutto 29 le positività riscontrate, lo stesso numero riportato la settimana precedente.

Da registrare purtroppo anche un decesso.

Questi dati portano Vezzano al secondo posto tra i comuni reggiani con la maggior incidenza (numero di casi in rapporto alla popolazione) negli ultimi 14 giorni, preceduto di poco da Carpineti dove si è registrato un focolaio nella locale casa di riposo.

Dall'inizio della "seconda ondata" sono 85 i casi di positività riscontrati a Vezzano.

Com'è la situazione in provincia di Reggio ?

Nella settimana appena trascorsa la crescita dei casi di positività ha rallentato ulteriormente attestandosi a quota 2.124, contro i 2.040 della settimana precedente.

Un primo timido segnale di miglioramento che però dovrà trovare conferma nella prossima settimana (dove si potranno valutare anche gli effetti dei due fine settimana, Santi e successivo, dove le occasioni di contagio sono state maggiori).

Sul fronte ospedaliero la situazione rimane complicata.

Sono 25 i pazienti in terapia intensiva rispetto ai 18 di sette giorni fa.
I nuovi pazienti ricoverati in reparti Covid sono stati 98 rispetto ai 101 della settimana precedente.
I letti occupati invece (frutto del saldo dimessi e nuovi ricoveri) sono saliti a 325 dai 267 della settimana scorsa.

E l'Emilia Romagna ?

Da oggi la nostra regione è in "zona arancione" in base ai dati rilevati tra il 2 e 8 novembre e ci rimarrà, con le regole attuali, per due settimane.

Non è stata una sorpresa, visti i numeri che già si conoscevano.

L'unico dato a migliorare è stato RT (l'indice di trasmissione) che è sceso a 1,4 dall'1,57 precedente. Una variazione che anche se poco significativa, indica una tendenza e mette la nostra regione al di sotto dell'1.5, uno dei limiti fissati dai parametri nazionali per gli scenari di rischio.

Peggiora invece il tasso di positività (la percentuale di tamponi positivi sul totale) che dal 18.7% sale al 24,2%. Aumenta anche il numero di focolai.

Cosa aspettarsi ?

E' difficile dirlo con i dati attuali. Occorre attendere.

La tendenza appare quella di un appiattimento della curva dei contagi, che però ovviamente non basta e che, nel caso, manifesterà i suoi effetti negli ospedali più lentamente.

La previsione più probabile è quella sul tempo: ne servirà parecchio.

Come serviranno pazienza ed impegno.

trend
Autore : redazione - ven 13 novembre 2020 - Cronaca
vecchie nuove regole
Non è servita l'ordinanza di ieri, in zona Cesarini, della regione Emilia Romagna (coordinata con Friuli e Veneto) per evitare lo spostamento del nostro territorio, a partire da domenica, in "Zona Arancione" dove il rischio epidemico è più alto e di conseguenza anche le restrizioni.

La principale differenza con la situazione attuale di "Zona Gialla" sono:

- l'impossibilità di uscire dal territorio comunale se non per motivi di lavoro, salute, istruzione o per usufruire di servizi non presenti sul territorio. (torna l'autocertificazione)
- la chiusura di bar e ristoranti che possono solo svolgere l'asporto o la consegna.

E l'ordinanza regionale ?

Al momento resta operativa e quindi entrerà in vigore domani, con misure che da domenica si potranno sovrapporre a quelle generali delle zone arancioni, in alcuni casi inasprendole.

Ad esempio l'ordinanza regionale prevede che tutti i negozi (esclusi alimentari e farmacie) siano chiusi la domenica e che la mascherina vada portata sempre appena usciti di casa. C'è poi il divieto aggiuntivo di non poter svolgere attività fisica o motoria nei centri delle città o in luoghi "solitamente affollati" e la soppressione dell'ora di ginnastica a scuola (e di quella con strumenti a fiato, come il diffuso flauto dolce).

Per la "zona arancione" infine sono previste anche delle raccomandazioni (che non hanno mai avuto molta fortuna all'interno dei vari dpcm) :

- è raccomandato non spostarsi all'interno del proprio comune se non per necessità.
- è raccomandato di non ospitare in casa persone al di fuori dei propri congiunti.

Secondo le regole attuali, saremo "arancioni" per almeno due settimane.
Autore : redazione - gio 12 novembre 2020 - Cronaca
giallo scuro
La regione Emilia Romagna ha adottato oggi un'ordinanza (concordata con Veneto e Friuli) che introduce nuove, ulteriori norme, regole ed indicazioni per limitare la diffusione dell'epidemia da Covid-19.

Ecco in sintesi le misure che entreranno in vigore da sabato 14 novembre fino al 3 dicembre, cosa cambia e qualche esempio pratico.

Capitolo mascherine:

saranno obbligatorie appena si esce fuori di casa a meno che non si faccia attività sportiva (rimangono esclusi i casi dettati da condizioni particolari di età o salute). Rispetto a prima cade quindi la valutazione "delle circostanze di luogo e di fatto" in grado di garantire isolamento continuativo da non conviventi. In sostanza se siete su una strada di campagna da soli dovete comunque portare la mascherina.

Capitolo bar e ristoranti:

dalle 15.00 alle 18.00 (ora di chiusura) la somministrazione di alimenti e bevande dovrà avvenire solo al tavolo. E' in sostanza l'applicazione anticipata di 3 ore delle norme che sono state in vigore dal 19 ottobre al 25 ottobre, quando i bar e i ristoranti erano aperti fino alle 24.00, ma con servizio al tavolo dalle 18.00.

Non è più consentito consumare cibi e bevande in luogo pubblico.

Capitolo commercio e negozi:

chiusi i centri commerciali e simili al sabato (ovviamente escluso il genere alimentare) mentre la domenica tutti i negozi non essenziali (esclusi quindi alimentari, farmacie, tabacchi, edicole) saranno chiusi.

In un negozio potrà entrare un solo componente per nucleo familiare.

I mercati si potranno continuare a fare solo se i Comuni si organizzano per delimitare l'area e garantire un accesso ordinato e senza affollamenti. A Vezzano è la modalità che è già stata attuata nelle settimane dopo l'uscita dal lockdown di primavera.

Capitolo spostamenti e attività motoria e fisica:

non si potrà fare attività fisica e motoria in strade o piazze dei centri città e neanche nei luoghi "solitamente affollati". Qui si entra in un territorio piuttosto incerto e prevedibilmente sarà più chiaro se e quando i singoli comuni decideranno l'interdizione di alcune zone o aree. A titolo d'esempio: la ciclopedonale da Reggio a Vezzano come verrà considerata ?

Capitolo scuole

Niente più lezioni di educazione fisica, canto e strumenti a fiato.

Le nuove ordinanze, prese in accordo con il Ministro della Salute, appaiono come il tentativo di prendere in contropiede i dati delle nuove rilevazioni settimanali attesi da domani e su cui si basano le decisioni sulle diverse colorazioni delle regioni in base al rischio epidemico.

La strategia appare quella di mettersi sul "giallo scuro" per evitare l'arancione e sperare in dati migliori tra una settimana.

Dati che potrebbero migliorare anche grazie a diverse valutazioni rispetto al recente passato. A titolo d'esempio nella percentuale di positività rispetto ai tamponi effettuati entreranno adesso anche i risultati dei tamponi rapidi. Questo porterà, per la natura del test ,ad una diluzione e netto abbassamento della percentuale di positività così che si possa rientrare sotto i parametri di allerta.

Analogo discorso pare verrà fatto nel giudicare di maggior peso rispetto ad altri parametri il valore dell'RT sulla valutazione finale del rischio della regione.
Autore : redazione - mar 10 novembre 2020 - Cronaca
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Sono stati pubblicati i "nuovi" dati in base a cui l'Emilia Romagna è rimasta in "zona gialla", quella con le restrizioni minori per la vita economica, sociale e personale.

Il termine "nuovi" è fra virgolette perché è bene ricordare che i dati descrivono la situazione della settimana dal 26 ottobre al 1 novembre.

Cosa dicono i dati ?

Ancora nessuna buona notizia per il momento, anzi.

L'indice RT è stabile sostanzialmente a 1,6 rispetto alla settimana precedente. Vuol dire che in media 1 persona ne contagia una e mezzo circa. Banalmente: finché non si scende sotto il valore di 1 i casi continueranno ad aumentare.

Tutti gli altri parametri sono peggiorati: dall'incidenza a 14 giorni, al numero di focolai attivi, alle percentuali di positività dei tamponi.

Ci salviamo, ancora, sul fronte medico e degli ospedali, ma anche qui ovviamente la situazione sta peggiorando.

Per quanto riguarda le terapie intensive siamo passati dal 15% al 20% di occupazione (l'allarme scatta al 30%) e dal 15% al 23% nelle aree mediche (l'allarme scatta al 40%).

Ci sono però due problemi con questi dati.

Il primo riguarda il numero di posti in terapia intensiva davvero disponibili. Per la Regione sono 641, per il commissario Arcuri 563. Comunque il dato percentuale è calcolato su quello della Regione (e per fortuna).

Il secondo problema è più grosso: i dati percentuali di occupazione di terapie intensive ed aree mediche si riferiscono al 1 novembre.

Oggi le aree mediche sono al 35% di occupazione (soglia 40%) ma soprattutto le terapie intensive sono già occupate al 32% ovvero sopra la soglia del 30% che fa scattare l'allarme e anche il rischio concreto di scivolamento verso colori più accesi.

Solo un sensibile calo dell'indice RT potrebbe influenzare positivamente una prossima valutazione, che dovrebbe avvenire a fine settimana sui dati raccolti fino a domenica 8 novembre (data in cui le TI erano appena sopra soglia).
Autore : redazione - dom 08 novembre 2020 - Cronaca
incidenza reggio emilia
Si chiude una settimana particolarmente difficile per i numeri della pandemia sul nostro territorio.

Sono state 29 le diagnosi di positività negli ultimi sette giorni che hanno più che raddoppiato i numeri fin qui registrati della "seconda ondata".

Il totale di un mese è ora a 56 diagnosi di positività (alcuni pazienti si sono ovviamente già negativizzati).

Negli ultimi 14 giorni l'incidenza del contagio (il numero di positività rapportato alla popolazione, su scala 100.000 abitanti) pone purtroppo Vezzano al terzo posto in provincia dopo Viano e Carpineti. Solitamente in realtà piccole il dato può essere influenzato da focolai particolarmente ampi nelle strutture protette (è successo purtroppo in diversi comuni come Castelnuovo Sotto, Casalgrande e Rubiera). Non è invece il caso di Vezzano dove le positività sono più diffuse in micro focolai familiari.

Nella mappatura dell'ultimo mese di pandemia (in sostanza dall'inizio della seconda ondata) si nota che a differenza di primavera i territori più colpiti non sono quelli a ovest della provincia, ma quelli a est.

Per quanto riguarda la progressione dei casi di positività registrati in provincia questa settimana segna un rallentamento: si cresce sempre ma con percentuali inferiori alla settimana scorsa. Dovrebbe essere il risultato delle misure di contenimento messe in campo nelle ultime due settimane, ma anche di una minore capacità di intercettare casi lievi.

Sul fronte ospedaliero si registra un leggero rallentamento della crescita dei ricoveri o meglio del saldo dei ricoveri (tra nuovi ingressi e dimissioni) che passano da 213 a 267.

Purtroppo invece aumentano i ricoveri in terapia intensiva che sono più che raddoppiati passando da 8 a 18.

Non sono invece ancora stati pubblicati i dati del bollettino nazionale settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità sui cui si deve basare l'assegnazione del colore di ogni regione a seconda del rischio epidemico.

Solitamente in questi mesi i dati sono sempre stati pubblicati il venerdì.

Al momento sono ancora in discussione nella "cabina di regia" con le regioni, per poi approdare al Comitato Tecnico Scientifico che li sottoporrà al Ministro della Salute per la firma delle ordinanze che eventualmente possono modificare il colore e quindi le restrizioni applicate in una territorio.

Ne avevamo parlato qui.

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Autore : redazione - gio 05 novembre 2020 - Cronaca
gialli
Nella giornata di oggi sono stati pubblicati i criteri e le valutazioni tecniche con cui il Ministero della Sanità ha suddiviso le regioni per colore a seconda del rischio legato alla progressione della pandemia.

L'Emilia Romagna è "gialla" che corrisponde ad un rischio "moderato" e con una serie di limitazioni della vita economica e sociale decisamente più leggere di quelle previste per le zone rosse, molto più simili al lockdown della scorsa primavera.

Ma quali sono i criteri di classificazione ?

E come è messa l'Emilia Romagna e quindi anche noi ?

Le valutazioni dei tecnici sono fatte su una molteplicità di fattori combinati che possono apparire piuttosto complicati, ma si possono semplificare in quattro grandi gruppi:

1) la capacità di raccogliere dati e di comunicarli tempestivamente al livello centrale, in particolare sui profili delle persone diagnosticate positive.

2) la capacità ed accuratezza dell'attività di tracciamento ed isolamento

3) la velocità di progressione dell'epidemia attraverso l'indice RT, ma non solo.

4) la capacità del sistema sanitario di reggere l'urto della pandemia, in particolare attraverso il parametro dell'occupazione dei letti in terapia intensiva e in reparti covid-19.

Come è messa l'Emilia Romagna, quindi noi ?

Confrontando i dati con le regioni che sono state classificate come zone rosse, quindi a massimo rischio, quello che si può notare è che il nostro essere solo "gialli" deriva dalle buone performance che abbiamo per i parametri del gruppo 1 e 4.

Ovvero siamo molto bravi nella raccolta e comunicazione dei dati e abbiamo una percentuale di occupazione dei letti in terapia intensiva e non, sotto le soglie di allarme fissate al 30% e al 40% rispettivamente.

Nel tracciamento ce la caviamo, ma i problemi cominciano con la velocità di trasmissione del contagio con un RT a 1,6 ovvero ogni persona ne contagia una e mezza. E' un valore più alto di quello della Puglia che è "zona arancione".

Il problema più grande è però un altro, ed è il tempo.

La valutazione di assegnare ad una regione un colore (rosso, arancione, giallo) è fatta in base ai numeri e ai dati raccolti tra il 19 ottobre e il 25 ottobre.

Entro sabato l'Istituto Superiore di Sanità analizzerà i dati riferiti alla settimana successiva, quella tra il 26 ottobre e il 1 novembre, una settimana con numeri decisamente peggiori per l'Emilia Romagna, sia per l'aumento dei contagi, sia per la perdita di capacità di tracciamento (l'aumento consistente dei famosi casi classificati come "sporadici" ovvero di cui non si conosce la catena di contagio).

Aumento che inevitabilmente si è trasformato in una maggiore pressione sugli ospedali e quindi ad un peggioramento dei numeri riferiti ai posti letto occupati sia in terapia intensiva che in reparti covid-19.

La domanda che ci si porrà presto è quindi: rimarremo gialli ? E se sì, per quanto ?

La risposta dipende in parte anche da noi, da quanto si abbasserà l'indice RT in questa settimana, ovvero quanto le misure adottate circa 10 giorni fa abbiano avuto successo (ci sono piccoli segnali di rallentamento).
Autore : redazione - gio 05 novembre 2020 - Cronaca
coprifuoco
Dalla mezzanotte entreranno in vigore le nuove disposizioni previste nell'ultimo decreto della Presidenza del Consiglio per contenere la pandemia e l'emergenza sanitaria.

Come è noto è stata introdotta una classificazione delle regioni in base al rischio e alla situazione del sistema sanitario locale.

La regione Emilia Romagna è stata classificata, al momento, con rischio moderato che nella scala cromatica abbinata al decreto corrisponde al colore giallo.

Le novità in termini di prescrizioni e limitazioni per le "zone gialle" rispetto ai provvedimenti già in atto dalle scorse settimane riguardano essenzialmente:

- l'introduzione del coprifuoco alle ore 22 (già scrivere coprifuoco indica la situazione eccezionale in cui ci troviamo)
- la didattica a distanza per tutte le scuole superiori
- il trasporto pubblico che torna al 50% di capienza
- musei e biblioteche chiusi
- asporto, visto il coprifuoco, possibile solo fino alle 22.

Torna l'autocertificazione per gli spostamenti di necessità durante l'orario del coprifuoco.
Autore : redazione - dom 01 novembre 2020 - Cronaca
seconda ondata
Alla vigilia di nuove ulteriori ed annunciate restrizioni dopo quelle introdotte il 13 e il 24 ottobre, mettiamo in fila i numeri di questa settimana di "seconda ondata" per quanto riguarda Vezzano e la provincia di Reggio.

A Vezzano da lunedì ad oggi si sono registrati quindici nuovi casi, che portano il totale di questa seconda fase dell'emergenza per il nostro territorio a 27 positivi riscontrati in 3 settimane.

Per quanto riguarda la provincia di Reggio nella sua interezza, la settimana si chiude con 1.679 diagnosi di positività, quasi esattamente il doppio dei casi registrati la settimana precedente (837) che erano il doppio di quella ancora precedente.

Registriamo quindi ancora una crescita esponenziale dei contagi, in un fine settimana festivo che ha visto un intenso traffico automobilistico sul nostro territorio in particolare in direzione della montagna.

Infine sul fronte più importante, quello ospedaliero, il saldo dei ricoverati in terapia intensiva sale a 8 dai 4 della scorsa domenica e i ricoverati in reparti Covid-19 da 129 a 213.
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