Vezzano.net: blogMonteduro articoli di dicembre 2007
sab 22 dicembre 2007 - Autore : giancarlo
Carissimi,
solo due parole.
Innanzi tutto Buon Natale e buon anno nuovo.
Un pensiero che però mi gira per la testa devo dirvelo: in questi giorni si è dibattuto del fatto che il reddito pro-capite degli spagnoli ha superato quello degli italiani. In molti si sono chiesti se stiamo diventando poveri, cosa ne sarà di noi ecc. ecc. ecc.
Tranquilli, nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma (Lavoisier); nel 1930 gli argentini producevano un reddito che gli conferiva la quinta posizione tra i ricchi di allora (oggi sono al 67° posto). Non ci ha superato il Ruanda bensì il sorpasso è stato effettuato da un paese del mondo ricco, al quale ancora noi apparteniamo.
Forse sarebbe bene chiedersi, se mai un giorno ci sorpassasse il Ruanda, come mai saremmo caduti così in basso, perché spero proprio che se mai accadrà ciò non sia dovuto al fatto che la nostra nazione non sia più in grado non solo di correre, ma neanche di trascinare i passi (immaginate da soli che l?avanzamento del Ruanda è pari alla lumaca o alla tartaruga, fate voi).
Forse è bene che riflettiamo sul fatto che se mai si possa immaginare una gara tra i paesi del mondo per progredire, ebbene è una gara senza arbitro, il campo ove si gioca lo decidiamo noi (inteso i paesi ricchi del mondo), se qualcuno corre troppo forte gli facciamo lo sgambetto (basta pensare al 6/12/1941, attacco proditorio e vigliacco dei giapponesi a Pearl Arbour; nessuno però rammenta che gli U.S.A. avevano tagliato da più di sei mesi le vie di rifornimento al petrolio per il Giappone; anche allora il Giappone correva troppo forte), se in giro c?è qualcuno con una bella testa ci premuriamo di portarlo a casa nostra (inteso sempre a casa di chi paga meglio); insomma, il coltello è sempre nelle solite mani e gli altri sono a mani nude ed anche di gracile costituzione.
Avete perciò capito che non sono preoccupato dalle corse tra ricchi.
Anche perché, senza cercare troppe ragioni, io vedo un paese dove c?è alternanza di potere, dove destra e sinistra hanno idee diverse (ad es. sulle convivenze di fatto e sui matrimoni non contemplati dai canoni religiosi), ma destra e sinistra pensano che il paese abbia bisogno di un buon governo e di persone che si mettano al servizio dei cittadini.
E questo mi pare che succeda più in Spagna che da noi.
Vi rinnovo dunque un sincero augurio di ogni bene per tutti i giorni a venire.
ven 07 dicembre 2007 - Autore : giancarlo
Carissimi, un grazie e un plauso al collega e amico Roberto Veroni che si è fatto promotore, assieme ad associazioni di volontariato correggesi, di una bella iniziativa per aiutare una coop di ragazzi siciliani, che hanno vinto un bando di concorso del Tribunale di Palermo affidatario della gestione di cento ettari di terreno confiscati alla mafia. Venuti a conoscenza delle difficoltà incontrate da questi quattordici ragazzi nel condurre i terreni, Roberto ed altri si sono guardati negli occhi e si sono detti:" Vuoi che noi che abitiamo nella terra dei motori non siamo capaci di regalargli un trattore?". Detto e quasi fatto!
Con la cena solidale del 6 dicembre c.a. sono già in cassa circa diecimila euro.
Adesso si tratta di raggiungere la cifra di ventimila euro ed il trattore Landini prenderà la via di San Giuseppe Jato di Palermo.
I comuni della bassa reggiana e le associazioni del territorio stanno lavorando alacremente perchè il trattore giunga in tempo per le semine del grano che, come ha spiegato il presidente della coop Pio La Torre, devono essere ultimate entro la metà di questo mese. E poi si dovranno seminare le lenticchie nel febbraio dell'anno nuovo!
Un modo concreto per partecipare alla "edificazione " della casa della legalità, per fare in modo che, come ebbe modo di dire il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, "lo stato dia per diritto ciò che la mafia elargisce per favore".
Chi fosse interessato a partecipare all'iniziativa ben venga; si contribuirà a far si che quattordici ragazzi lavorino onestamente sulla propria terra, senza dover andare a chiedere "con il cappello in mano" dal mafioso capocosca del luogo.

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