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Il consueto bilancio settimanale dell'emergenza sanitaria vede ancora in discesa il numero di diagnosi di positività riscontrate in Emilia Romagna che si attesta nella settimana appena trascorsa sotto la media di 150 casi ogni 100.000 abitanti. In provincia di Reggio la tendenza è quella di un appiattimento dello curva: il numero di casi è sostanzialmente lo stesso da tre settimane. In leggero calo i nuovi ingressi ospedalieri, ma non quelli delle terapie intensive che rimangono a livelli di occupazione molto alti. In controtendenza settimanale il territorio di Vezzano con 16 nuove diagnosi di positività. Da oggi l'Emilia Romagna come gran parte dell'Italia ritorna in "zona gialla" con l'allentamento di molte restrizioni e con qualche margine di manovra in più per le attività commerciali, quelle culturali e gli spostamenti fuori regione. L'auspicio è che la tendenza alle minori restrizioni sia costante e sempre maggiore con il progredire della campagna vaccinale che ora interessa la fascia d'età 65-70 anni. L'esperienza però ci dice che minori restrizioni e più socialità, abbinate ad una incidenza ancora molto alta, aumentano le probabilità di maggiore circolazione virale e quindi di un aumento delle diagnosi di positività che oltre un certo limite farebbe riscattare maggiori restrizioni. Un meccanismo evitabile probabilmente, nel breve periodo, solo con una revisione dei parametri presi in considerazione per applicare le zone di rischio. |
Ci sono quattro Tarzan e tre Lupo. Poi quelli che hanno pescato dall'inglese, ma a modo loro, che qui siamo in Emilia mica in Kansas: Gim, Bil, Tiller, Slan, Iach. Ci sono quelli che volevano darsi coraggio: Vendicatore, Rombo, Ribelle, Pirata, Slancio e Battaglia. E quelli che hanno pescato dall'arca di Noè: Coccodrillo, Cobra, Merlo, Tigre, Falco e pure Topo. Ci sono quelli che conoscevano ed amavano cose semplici: Sole, Polvere, Vento, Fiume. E ci sono quelli che volevano far capire da che parte stavano: Volga e Stalin. Ci sono quelli che han puntato sulle qualità (e forse sull'ironia) come Pacifico, Ciuffo e Bellissimo. E poi c'erano le donne, quelle sempre più pratiche, che il nome di battaglia serviva per passare inosservate come Rina Pattacini, staffetta partigiana, nome di battaglia Lidia. E poi Ires, Missi, Carla, Anita. Sono alcuni dei nomi conservati nell'archivio "Ricompart" che raccoglie le schede elaborate dal 1945 al 1948 dalle commissioni regionali per riconoscere meriti a uomini e donne, ragazzi e ragazze che hanno contribuito in qualche modo e in qualche ruolo alla lotta di Liberazione. L'archivio è pubblico e consultabile online da qualche mese, anche se non è una fotografia esatta del movimento di Liberazione (scontando i difetti tipici degli archivi documentali burocratici) L'elenco che mettiamo qui sotto riguarda vezzanesi di nascita e quindi è parziale, ma qualcuno potrà attingervi per magari scoprire per la prima volta il nome di un proprio familiare e una piccola o grande storia di Liberazione. |
Il Reko del Crostolo non è uno strano animale della valle del Crostolo, ma è il nuovo luogo, fisico e virtuale, dove i produttori locali e i consumatori si incontrano. Il luogo virtuale è un gruppo ad iscrizione su Facebook dove i produttori locali possono proporre i loro prodotti alimentari e dove i clienti possono ordinare da uno o più venditori. Il luogo fisico è invece quello dove quei prodotti verranno scambiati e pagati e sarà il parcheggio presso la sede della Protezione Civile (nei pressi dell'unica rotonda vezzanese) e un tempo area dedicata alla Festa dell'Unità. La consegna dei prodotti avviene un giorno stabilito della settimana nel tempo limitato di un’ora e mezza, in genere dalle 18 alle 19.30. La prima data di consegna è fissata Che prodotti si possono comprare con Reko ? Innanzitutto sono ammessi solo produttori agricoli locali che fanno vendita diretta. Non sono ammessi altri intermediari o rivenditori di prodotti di altri. Al momento la lista parziale vede: miele, tartufi, farine, diversi tipi di carne (bufalo, maiale nero, chianina) e formaggio (dal parmigiano a quello di capra), ortaggi, vini, uova, latte, yogurt. L'esperienza dei Reko viene dal Nord Europa, ma negli ultimi anni si è diffusa anche a Reggio, dove esistono già due di questi momenti di incontro tra produttori locali e consumatori. |
E' ormai certo che l'Emilia Romagna da lunedì 26 aprile passerà in "zona gialla". I dati di questa settimana appena conclusa sono infatti quelli con cui venerdì la consueta cabina di regia nazionale colorerà le regioni (a parte il valore dell'incidenza che viene preso in considerazione fino a giovedì prossimo, ma che sarà certamente sotto soglia di allerta). Dati in calo, ma con una tendenza al rallentamento della discesa. In regione le diagnosi segnano un -9%, ma una settimana fa era -30%. A Reggio e provincia invece le diagnosi rispetto alla settimana precedente addirittura aumentano, seppur di poco (981 contro 919, tenendo presente però il dato anomalo di pasquetta che ha abbassato le cifre totali della settimana precedente). Aumentano anche i nuovi ricoveri a Reggio passati da 21 a 34. Un dato da osservare con attenzione. Alto ancora il tasso di occupazione delle terapie intensive. A Vezzano 5 diagnosi di positività questa settimana, dato uguale a sette giorni prima, In settimana arriverà il decreto del governo con i dettagli sulle riaperture. Riaperture anticipate, secondo il Presidente del Consiglio, in base ad una valutazione di "rischio ragionato" ovvero sull'assunto di un calo costante dei contagi, del proseguo della campagna di vaccinazione e della possibilità di più attività all'aperto. Diversi osservatori hanno invece evidenziato come il "rischio ragionato" sia stato assunto più guardando ai dati economici che a quelli epidemiologici. Di certo l'urgenza di risposte per le categorie più colpite ha fatto mettere da parte una cautela che in altri periodi è stata applicata. L'esperienza infatti ci indica che occorrono circa tre settimane per valutare l'impatto del passaggio da una zona all'altra mentre in questo caso il passaggio in arancione per la nostra regione è avvenuto solo da una settimana. Il rischio, non si sa quanto calcolato, è di ritrovarsi a metà maggio ad un passo indietro piuttosto marcato in stile Sardegna. |
Dalla giornata di oggi il nostro territorio, come tutto quello dell'Emilia Romagna, è tornato in "zona arancione" dopo quattro settimane di rosso. Sono tornati così ai banchi tutti gli alunni delle scuole medie e la metà di quelle delle superiori. Riaperti anche i negozi di beni non alimentari e quelli dei servizi alla persona. E' l'effetto del calo delle diagnosi di positività (-31%) avvenuto la settimana scorsa, complici in parte i giorni di festa pasquali dove sono calati anche i test (oltre all'attività di vaccinazione). La media di casi in regione è scesa sotto la soglia della zona rossa, permettendo così il passaggio a restrizioni minori. Calano più lentamente i nuovi ingressi nei reparti covid-19 e l'occupazione dei letti, ma calano. Le terapie intensive, anche se in leggero calo a livello regionale, rimangono con occupazioni molto elevate in provincia di Reggio (34 ad oggi). A Vezzano la settimana si è chiusa con 5 diagnosi di positività, in calo rispetto alle 11 di sette giorni prima. E adesso ? E' possibile che alla fine di questa settimana il Governo valuti di poter reintrodurre da subito le zone gialle per quei territori con dati migliori. Ma è solo un'ipotesi. Già settimana scorsa l'Emilia aveva valori da "zona gialla", valori che confermerà anche questa settimana.Ma difficilmente, vista l'alta incidenza e soprattutto l'occupazione ospedaliera, vedrà la zona gialla prima di maggio. Con un rischio in più. Gli effetti del ritorno in classe in presenza e quello della riapertura di tutte le attività commerciali si potranno valutare solo tra 20 giorni. Potrebbero far ricrescere il valore dell'incidenza e quindi bloccare un ritorno in giallo. E' una coperta corta quella della "convivenza con il virus". Non puoi tirarla troppo da una parte (la tutela della salute) per lasciare scoperta un'altra (scuola ed economia). È forse proprio il concetto di "convivenza con il virus" quello che ha reso quella coperta molto corta. Ci attendono un paio di mesi ancora piuttosto complicati. Da una parte il vantaggio di avere vaccini per ridurre rischio di morte ed ospedalizzazione (e ridurre così a forma influenzale questo coronavirus) e dall'altra una circolazione virale ancora molto alta. Da una parte l'arrivo del caldo e delle attività all'aria aperta e dall'altro la diffusione delle varianti. |
E' iniziata oggi la quarta settimana di "zona rossa" per l'Emilia Romagna, zona rossa che era stata preceduta da 11 giorni di "zona arancione rafforzata". In sostanza un mese e mezzo del livello più alto delle restrizioni, restrizioni che hanno contribuito a piegare lentamente la curva dei contagi e a diminuire parzialmente la pressione sugli ospedali. Nella settimana di Pasqua a Reggio e provincia le diagnosi di positività sono scese del 18%. Calano, anche se più lentamente, i nuovi ingressi nei reparti Covid-19 (-10%), mentre le terapie intensive rimangono con livelli critici di occupazione. Anche a Vezzano calo delle diagnosi: 11 rispetto alle 19 di sette giorni prima. Questo il presente, mentre per il futuro più prossimo i dati sembrano indicare il possibile passaggio in zona arancione dal prossimo 12 aprile. Determinanti saranno i prossimi tre giorni: se il numero di positivi diagnosticati in regione rimarrà in media sotto i 1.500 casi giornalieri, allora si avrà il passaggio alla zona arancione (domani le diagnosi di positività potrebbero scendere anche sotto la soglia simbolica di 1.000). Il passaggio a minori restrizioni riguarderebbe la frequenza scolastica in presenza anche per le seconde e terze medie (e al 50% per le superiori) e consentirebbe a negozi ed altre attività di riaprire. Vaccinazioni A Reggio e provincia con Pasqua le vaccinazioni hanno superato la cifra totale di 100.000 dosi. Nell'ultimo mese ne sono state somministrate circa 55.000. Il bacino potenziale massimo di vaccinabili in provincia di Reggio è di circa 430.000 persone. Per vaccinarle tutte, tenendo conto anche dei prossimi vaccini monodose in arrivo, occorrerebbero circa 800.000 dosi. Siamo quindi al 12,5% del totale teorico. |
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Franco Stazzoni commenta: Caro Mattia, quello che penso ce lo siamo detti in privato come era giusto leggi tutto...
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