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Dalla giornata di oggi il nostro territorio, come tutto quello dell'Emilia Romagna, è tornato in "zona arancione" dopo quattro settimane di rosso. Sono tornati così ai banchi tutti gli alunni delle scuole medie e la metà di quelle delle superiori. Riaperti anche i negozi di beni non alimentari e quelli dei servizi alla persona. E' l'effetto del calo delle diagnosi di positività (-31%) avvenuto la settimana scorsa, complici in parte i giorni di festa pasquali dove sono calati anche i test (oltre all'attività di vaccinazione). La media di casi in regione è scesa sotto la soglia della zona rossa, permettendo così il passaggio a restrizioni minori. Calano più lentamente i nuovi ingressi nei reparti covid-19 e l'occupazione dei letti, ma calano. Le terapie intensive, anche se in leggero calo a livello regionale, rimangono con occupazioni molto elevate in provincia di Reggio (34 ad oggi). A Vezzano la settimana si è chiusa con 5 diagnosi di positività, in calo rispetto alle 11 di sette giorni prima. E adesso ? E' possibile che alla fine di questa settimana il Governo valuti di poter reintrodurre da subito le zone gialle per quei territori con dati migliori. Ma è solo un'ipotesi. Già settimana scorsa l'Emilia aveva valori da "zona gialla", valori che confermerà anche questa settimana.Ma difficilmente, vista l'alta incidenza e soprattutto l'occupazione ospedaliera, vedrà la zona gialla prima di maggio. Con un rischio in più. Gli effetti del ritorno in classe in presenza e quello della riapertura di tutte le attività commerciali si potranno valutare solo tra 20 giorni. Potrebbero far ricrescere il valore dell'incidenza e quindi bloccare un ritorno in giallo. E' una coperta corta quella della "convivenza con il virus". Non puoi tirarla troppo da una parte (la tutela della salute) per lasciare scoperta un'altra (scuola ed economia). È forse proprio il concetto di "convivenza con il virus" quello che ha reso quella coperta molto corta. Ci attendono un paio di mesi ancora piuttosto complicati. Da una parte il vantaggio di avere vaccini per ridurre rischio di morte ed ospedalizzazione (e ridurre così a forma influenzale questo coronavirus) e dall'altra una circolazione virale ancora molto alta. Da una parte l'arrivo del caldo e delle attività all'aria aperta e dall'altro la diffusione delle varianti. |
E' iniziata oggi la quarta settimana di "zona rossa" per l'Emilia Romagna, zona rossa che era stata preceduta da 11 giorni di "zona arancione rafforzata". In sostanza un mese e mezzo del livello più alto delle restrizioni, restrizioni che hanno contribuito a piegare lentamente la curva dei contagi e a diminuire parzialmente la pressione sugli ospedali. Nella settimana di Pasqua a Reggio e provincia le diagnosi di positività sono scese del 18%. Calano, anche se più lentamente, i nuovi ingressi nei reparti Covid-19 (-10%), mentre le terapie intensive rimangono con livelli critici di occupazione. Anche a Vezzano calo delle diagnosi: 11 rispetto alle 19 di sette giorni prima. Questo il presente, mentre per il futuro più prossimo i dati sembrano indicare il possibile passaggio in zona arancione dal prossimo 12 aprile. Determinanti saranno i prossimi tre giorni: se il numero di positivi diagnosticati in regione rimarrà in media sotto i 1.500 casi giornalieri, allora si avrà il passaggio alla zona arancione (domani le diagnosi di positività potrebbero scendere anche sotto la soglia simbolica di 1.000). Il passaggio a minori restrizioni riguarderebbe la frequenza scolastica in presenza anche per le seconde e terze medie (e al 50% per le superiori) e consentirebbe a negozi ed altre attività di riaprire. Vaccinazioni A Reggio e provincia con Pasqua le vaccinazioni hanno superato la cifra totale di 100.000 dosi. Nell'ultimo mese ne sono state somministrate circa 55.000. Il bacino potenziale massimo di vaccinabili in provincia di Reggio è di circa 430.000 persone. Per vaccinarle tutte, tenendo conto anche dei prossimi vaccini monodose in arrivo, occorrerebbero circa 800.000 dosi. Siamo quindi al 12,5% del totale teorico. |
Continua in Emilia Romagna e in provincia di Reggio l'andamento discendente della terza ondata della pandemia. Un calo settimanale delle diagnosi più marcato in regione (-20%) e costante in provincia di Reggio (-11%) L'impatto della terza ondata sui servizi sanitari rimane comunque molto alto e come previsto la discesa sarà decisamente lenta (401 i posti di terapia intensiva attualmente occupati in regione). Nell'ultimo monitoraggio di venerdì scorso l'Emilia Romagna, per la seconda settimana consecutiva, ha fatto registrare numeri da zona arancione. Il vero dato critico rimane l'incidenza molto alta, ancora al di sopra della soglia dei 250 casi settimanali ogni 100.000 abitanti, soglia che delimita la zona rossa. Zona rossa che quasi certamente sarà confermata anche nella settimana successiva a Pasqua. Per andare in zona arancione nei prossimi 4 giorni si dovrebbero registrare solo 1.000 diagnosi al giorno. Un dato altamente improbabile. Nonostante la quasi certa conferma della zona rossa, dopo Pasqua riprenderà da subito la didattica in presenza per gli alunni fino alla prima media. In provincia di Reggio rimane alta e costante la pressione sui reparti di terapia intensiva. Calano invece le diagnosi e i nuovi ingressi nei reparti Covid-19, anche se lentamente. Per quanto riguarda il territorio di Vezzano questa settimana si sono registrati 19 casi, tre in più della settimana scorsa. |
Una giovane femmina di lupo uccisa con un colpo di fucile. La carcassa è stata recuperata nella zona di La Vecchia dai tecnici del Rifugio Matildico dopo alcune segnalazioni dei residenti. Si tratta del primo atto di bracconaggio ai danni di un lupo scoperto finora sul nostro territorio. Il lupo è infatti una specie protetta in tutta Europa e anche in Italia, tutelata da convenzioni internazionali come quella di Berna, recepite poi nelle normative nazionali. In Italia è vieta la cattura e l’uccisione, il disturbo, il possesso, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione del lupo. L'uccisione di un lupo è un reato che, per ragioni evidenti, trova difficilmente un colpevole. Uno degli ultimi episodi noti è quello di tre riminesi che hanno patteggiato una pena ad un anno e mezzo di carcere e circa 500 euro di multa ciascuno per aver avvelenato e poi appeso la carcassa di un lupo ad una fermata del bus. In Italia la vita media di un lupo non in cattività è piuttosto breve e la principale causa di morte è ovviamente data dal rapporto con l'uomo a causa di eventi non intenzionali ed intenzionali. Come riporta la Gazzetta di Reggio, la carcassa del lupo recuperato a Vezzano è stata affidata per scopi scientifici al Wolf Apennine Center che ha sede nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Il Wolf Apennine Center si occupa da molti anni della tutela del lupo e della informazione e formazione su questo tema. Recentemente ha anche collaborato alla stesura di un breve vademecum di buone pratiche di convivenza con il lupo. |
Oggi, come previsto, la cabina di regia nazionale confermerà anche per la prossima settimana il colore rosso per la nostra regione. Il dato che decreta il livello massimo di misure è dato dall'incidenza, ovvero dall'alto numero di diagnosi di positività rispetto alla popolazione. La soglia per cui scatta automaticamente la zona rossa è posizionata a 250 casi ogni 100.000 abitanti. L'Emilia Romagna è ora a circa a quota 350. Per gli altri dati presi in considerazione la nostra regione sarebbe già da zona arancione. Per capire quindi se dopo Pasqua ci sarà il passaggio in arancione occorre tenere d'occhio il numero di positività rilevati da oggi fino a giovedì prossimo (sempre che il governo confermi il criterio dei 250 casi su 100.000 abitanti). Perché accada, in una settimana il calo delle diagnosi dovrà essere del 29% rispetto ad oggi. Negli ultimi sette giorni è stato di circa il 18%. Il passaggio da zona rossa a zona arancione avrebbe effetti sulla scuola (anche se il governo sembra intenzionato a riprendere in parte le lezioni in presenza anche nelle zone rosse), sull'apertura dei negozi e sugli spostamenti. |
Consueto bilancio settimanale sull'emergenza sanitaria che vede confermata la previsione della discesa della curva pandemica per la nostra regione. Negli ultimi sette giorni calano del 10% le diagnosi di positività in Emilia Romagna. Rimane molto alta l'occupazione ospedaliera, in particolare con le terapie intensive oltre il 50% di letti Covid-19 e che nella giornata di ieri hanno superato quota 400. Nonostante il calo, molto alta ancora l'incidenza (casi per abitante) attorno a 400 su 100.000. Lontana la soglia di allerta di 250 che fa scattare automaticamente la zona rossa. Anche se la valutazione verrà fatta sui dati fino a giovedì prossimo, è certo che la nostra regione sarà in zona rossa almeno fino al 6 aprile. A Reggio nell'ultima settimana diagnosi in calo di quasi il 12%, ma anche nella nostra provincia rimane alta la pressione su terapie intensive e reparti covid-19. Infine a Vezzano settimana in controtendenza con 16 casi, il dato più alto del 2021, ma fortunatamente lontano dai numeri toccati nella seconda ondata autunnale (con due settimane consecutive con 29 diagnosi ciascuna). |
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