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L'Emilia Romagna da domenica 6 dicembre tornerà in "zona gialla" applicando così le regole che avevamo conosciuto tra il 6 e il 14 novembre scorsi, prima di diventare "zona arancione" per tre settimane. Sarà possibile quindi muoversi liberamente tra comuni diversi, senza autocertificazione. Ci si potrà spostare anche in altre regioni classificate "gialle" (Marche, Veneto, Liguria, provincia di Trento ad esempio) Riaprono anche i bar e i ristoranti per il servizio al tavolo dalle 5.00 alle 18.00. Rimane il coprifuoco tra le 22.00 e le 5.00. Tutto questo fino al 20 dicembre. Dal 21 dicembre diventano operative le norme dell'ultimo dpcm che prevedono limiti alla mobilità tra regioni, non più possibile al di là della colorazione. Inoltre per alcune giornate sensibili, 25 e 26 dicembre e 1 gennaio, non sarà possibile muoversi neanche tra comuni diversi. Il passaggio da zona arancione a zona gialla verrà sancito ufficialmente domani dal Ministro della Salute Speranza, in base ai dati elaborati oggi dagli esperti. L'indice RT dell'Emilia Romagna è sceso in un intervallo tra lo 0,98 e 1,00 (dal 1,06-1,09 precedente), in sostanza in media una persona ne contagia un'altra. Rimangono alti i dati di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche covid-19 e ancora molto alta l'incidenza (ovvero i casi di positività rispetto alla popolazione) che non permette quindi un efficace tracciamento. Per questo gli esperi classificano il rischio per l'Emilia Romagna come "moderato con probabilità alta di progressione a rischio alto". Cosa ci attende ? Un periodo piuttosto delicato. Le restrizioni delle "zone gialle" hanno dimostrato alla prova dei fatti e dei dati di poter rallentare la curva dei contagi, ma non di piegarla verso il basso in modo deciso. Questo fattore combinato con l'arrivo del periodo festivo, dove i contatti personali tendono a diventare più stretti, potrebbe influire negativamente sull'andamento del contagio, riportando la nostra regione all'inizio del nuovo anno (e proprio alla vigilia della riapertura delle scuole) in una situazione più complicata. |
Le nevicate a dicembre sono diventate ormai non un evento raro, ma inconsueto. L'ultima volta due anni fa a metà dicembre. Per ritrovare nevicate nei primi giorni dell'inverno meteorologico è necessario tornare indietro al 2012. La nevicata di oggi, molto annunciata, ha imbiancato con neve piuttosto bagnata e pesante tutto il territorio della provincia, con accumuli ovviamente più importanti in appennino. A Vezzano circa cinque i centimetri caduti sul fondovalle, mentre più di dieci quelli nelle terre vezzanesi più alte. Possibili altre deboli precipitazioni nella notte, con miglioramento netto dal pomeriggio di giovedì. |
Da questa mattina l'abitato di Vezzano e zone vicine sono senza acqua corrente a causa di una riparazione in corso sulle condotte da parte del gestore Ireti. E' l'ultimo dei problemi riscontrati in tutto il territorio comunale da domenica, quando in diverse zone l'acqua usciva dai rubinetti ad intermittenza o torbida. Il problema nasce dal serbatoio di Vindè (che per quelli non pratici di territorio è una località sotto Monte Duro nella zona di Montalto) che serve tutto il nostro territorio. Il serbatoio era rimasto "a secco" a causa del malfunzionamento di una valvola d'ingresso (l'acqua viene dal serbatoio della Fagiola vicino a San Giovanni di Querciola, ultima tappa prima di Vezzano nel suo viaggio dall'acquedotto della Gabellina). Risolto il problema al serbatoio di Vindè sono cominciati i problemi a valle a causa dell'aria che si è infilata nella rete di distribuzione creando problemi di pressione a macchia di leopardo all'utenza finale, ma soprattutto causando malfunzionamenti ad altre valvole intermedie, che a questo punto devono essere riparate o sostituite. Un intervento piuttosto lungo e complesso su cui sono al lavoro i tecnici di Ireti. |
Come ci si aspettava e come ci si augurava le misure e i divieti previsti per la "zona arancione" hanno cominciato a mostrare gli effetti sperati: questa settimana, per la prima volta da due mesi le diagnosi di positività per Covid-19 in provincia di Reggio sono in calo. Si è scesi a 1.964 casi, dai 2.301 della settimana precedente. Un calo di quasi il 15%. Scendono anche i nuovi ricoveri nei reparti ordinari: da 95 a 84, un calo dell'11%. Per quanto riguarda l'occupazione di posti ospedalieri (il saldo tra nuovi ricoveri e dimissioni) la quota si ferma a 342, in calo rispetto ai 365 di sette giorni prima. Ancora in crescita purtroppo i posti occupati in terapia intensiva che salgono a 34 dai 29 della settimana scorsa. In discesa anche i numeri del contagio a Vezzano. Sono 14 le nuove diagnosi di positività in riva al Crostolo, in discesa dalle 21 della settimana precedente e dalle 29 di quella prima. Purtroppo da registrare anche un decesso, il secondo di questa ondata autunnale della pandemia, in cui il totale dei casi di positività ha raggiunto a Vezzano quota 120 (il 2,8% della popolazione). Negli ultimi 7 giorni i comuni reggiani con più diagnosi in rapporto alla popolazione sono stati: Novellara (interessata da un vasto focolaio all'interno di una residenza per anziani) Toano, Campagnola, Quattro Castella, Casina e Casalgrande. Quelli meno interessati dal contagio: Vetto, Sant'Ilario e Montecchio. Cosa ci attende ? Sicuramente altri giorni da "zona arancione" in attesa del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio (le misure attuali scadono giovedì 3 dicembre), poi le valutazioni della "colorazione" in base ai dati più aggiornati che potrebbero riportare l'Emilia Romagna in "zona gialla". Gli ultimi dati sulla nostra regione registrano un indice RT in discesa poco sopra 1 (tra 1,06 e 1,09) ma anche una serie di dati meno confortanti: il numero di focolai è ancora in crescita, l'occupazione a livello sanitario ancora fuori soglia di allerta (34% terapie intensive, 49% reparti), un rapporto positivi su testati in crescita a quasi il 29% (dal 26% della settimana prima) e solo un 76,3% dei casi in cui è stato possibile svolgere "una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati". Questo è uno dei dati più importanti da osservare per il futuro: solo riuscendo ad abbassare decisamente i casi settimanali è possibile riprendere un tracciamento efficace e quindi una gestione della pandemia che permetta livelli di vita sociale ed economica più sostenibili. Una delle lezioni che ci aveva impartito la prima ondata: le pandemie non si vincono con le terapie intensive ma nel testare, tracciare, isolare. |
E' passata una settimana dall'introduzione delle misure più stringenti della cosiddetta "zona arancione" sul nostro territorio. E' presto per valutare l'impatto delle restrizioni. Occorrerà attendere ancora qualche giorno e un primo bilancio si potrà fare solo alla fine della settimana entrante. Al momento i numeri che si registrano sono quelli frutto ancora delle restrizioni da "zona gialla". Come è andata questa settimana ? A Vezzano negli ultimi sette giorni sono state registrate 21 diagnosi di positività, in calo rispetto alle 29 riscontrate in ciascuna delle settimane precedenti. L'incidenza degli ultimi 14 giorni, cioè il rapporto tra casi e popolazione, piazza il nostro comune in testa ad una classifica purtroppo in questo caso non positiva. Siamo il secondo comune più colpito, in rapporto alla popolazione, della seconda ondata. Per quanto riguarda il quadro provinciale la curva cresce ancora leggermente a 2301 casi (settimana precedente erano 2124). I nuovi ricoveri della settimana in reparti covid sono stati 95 (nella settimana precedente erano stati 98). Il saldo dell'occupazione dei reparti ospedalieri è sempre in crescita anche se più lenta: 365 i letti occupati in reparti non intensivi contro i 325 di domenica scorsa (+12,4% mentre i sette giorni precedenti il valore era 21%). Il saldo dei posti occupati in terapia intensiva è arrivato a 29 dai 25 di sette giorni fa. Cosa ci possiamo aspettare a breve? Quello che ci si può augurare è che le misure della zona arancione abbiano un maggior impatto degli effetti della "zona gialla", che è riuscita ad interrompere la crescita esponenziale dei casi, ma non a piegare con decisione la curva del contagio. Se si dovesse registrare ancora un numero costante ma alto di contagi, oltre alla pressione sugli ospedali, non si potrebbe riprendere con efficacia l'attività di tracciamento, l'unica vera arma che abbiamo per i prossimi mesi contro la pandemia e i suoi contraccolpi sanitari, economici e sociali. |
Un'altra settimana che ha fatto registrare a Vezzano numeri importanti per quanto riguarda le diagnosi di positività al virus Sars-CoV-2. Sono state in tutto 29 le positività riscontrate, lo stesso numero riportato la settimana precedente. Da registrare purtroppo anche un decesso. Questi dati portano Vezzano al secondo posto tra i comuni reggiani con la maggior incidenza (numero di casi in rapporto alla popolazione) negli ultimi 14 giorni, preceduto di poco da Carpineti dove si è registrato un focolaio nella locale casa di riposo. Dall'inizio della "seconda ondata" sono 85 i casi di positività riscontrati a Vezzano. Com'è la situazione in provincia di Reggio ? Nella settimana appena trascorsa la crescita dei casi di positività ha rallentato ulteriormente attestandosi a quota 2.124, contro i 2.040 della settimana precedente. Un primo timido segnale di miglioramento che però dovrà trovare conferma nella prossima settimana (dove si potranno valutare anche gli effetti dei due fine settimana, Santi e successivo, dove le occasioni di contagio sono state maggiori). Sul fronte ospedaliero la situazione rimane complicata. Sono 25 i pazienti in terapia intensiva rispetto ai 18 di sette giorni fa. I nuovi pazienti ricoverati in reparti Covid sono stati 98 rispetto ai 101 della settimana precedente. I letti occupati invece (frutto del saldo dimessi e nuovi ricoveri) sono saliti a 325 dai 267 della settimana scorsa. E l'Emilia Romagna ? Da oggi la nostra regione è in "zona arancione" in base ai dati rilevati tra il 2 e 8 novembre e ci rimarrà, con le regole attuali, per due settimane. Non è stata una sorpresa, visti i numeri che già si conoscevano. L'unico dato a migliorare è stato RT (l'indice di trasmissione) che è sceso a 1,4 dall'1,57 precedente. Una variazione che anche se poco significativa, indica una tendenza e mette la nostra regione al di sotto dell'1.5, uno dei limiti fissati dai parametri nazionali per gli scenari di rischio. Peggiora invece il tasso di positività (la percentuale di tamponi positivi sul totale) che dal 18.7% sale al 24,2%. Aumenta anche il numero di focolai. Cosa aspettarsi ? E' difficile dirlo con i dati attuali. Occorre attendere. La tendenza appare quella di un appiattimento della curva dei contagi, che però ovviamente non basta e che, nel caso, manifesterà i suoi effetti negli ospedali più lentamente. La previsione più probabile è quella sul tempo: ne servirà parecchio. Come serviranno pazienza ed impegno. |
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