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Quella cosa chiamata Patto di Stabilità
Autore : redazione - gio 14 febbraio 2013 - Politica
patto stabilità risparmiare - foto di fuzzonce
Dal 1 gennaio del 2013 anche il Comune di Vezzano, come tutti i comuni con popolazione tra i 1.000 e i 5.000 abitanti è stato inserito nel "Patto di Stabilità".

"Patto di Stabilità" è un'espressione che molte volte si sente citare su giornali e tv ma che spesso scivola via misteriosa nel flusso di parole.

Il Patto di Stabilità è in effetti nei dettagli una faccenda complicata che riguarda i numeri dei bilanci pubblici. Una faccenda anche piuttosto ballerina con cambiamenti che si inseguono di anno in anno, di governo in governo.

Tentare di spiegare in parole semplici le cose complicate è un esercizio rischioso ma utile, perchè capita che le cose complicate siano anche quelle che tendono a fregarci.

Proviamoci.

Intanto un po' di storia.

Il Patto di Stabilità nasce alla fine degli anni novanta del secolo scorso con il "Trattato di Amsterdam", un accordo tra i diversi paesi europei per rispettare alcuni criteri di bilancio in vista della nascita della moneta unica (3% nel rapporto deficit-pil e 60% in quello debito-pil).

Quello che però interessa oggi Vezzano è il Patto di Stabilità interno. In sostanza per mantenere gli impegni del "Trattato di Amsterdam" il governo centrale dal 1999 ha progressivamente imposto anche agli enti locali (regioni, province, comuni) di contribuire al risanamento dei conti pubblici.

Nel novembre 2011 il morente governo Berlusconi ha deciso di estendere il Patto di Stabilità anche i piccoli comuni al di sotto dei 5.000 abitanti (come Vezzano) a partire dal 2013. Il governo Monti non ha modificato questa norma, con grande disappunto (si fa per dire) dell'associazione dei Comuni e dei sindaci dei piccoli centri che vedono nel Patto uno strumento che impedisce di fatto ai Comuni di spendere ed investire pur avendo i fondi.

Ma come funziona il Patto ? Proviamo ad usare una metafora.

Vista la crisi, i genitori di un ragazzo adolescente cercano di mettere un po' d'ordine nei conti famigliari.

Eugenio tu tra il 2007 e il 2009 hai incassato in media tra paghette, lavoretti, regali circa 1.000 euro. Nello stesso periodo in media hai speso 700 euro. Quindi ogni anno ti sono rimasti in tasca 300 euro. Anche quest'anno ne devi risparmiare 300, se non 400. Siamo d'accordo ?

Eugenio ha da obbiettare: mamma e papà io tra il 2007 e il 2009 ho lavoricchiato nella gelateria di zio Ermete che mi dava 400 euro l'anno. La gelateria non ce l'ha più lo zio, quindi io quest'anno tiro su solo 600 euro, se ne devo risparmiare 400 vuol dire che ne posso spendere solo 200 !

Bravo Eugenio, siamo migliorati in matematica !

Ma scusate mamma e papà, con i 900 euro risparmiati tra il 2006 e il 2009 io quest'anno mi volevo comprare il computer nuovo ! E come faccio se poi devo risparmiare 400 euro ? Dovrei guadagnare minimo 1500 euro ! Dove li vado a prendere ?

Fantasia figliolo, ci vuole fantasia. Oppure il computer lo prendi poi un altro anno.

E se non rispetto i patti ?

Vedi tu, ma noi ti tagliamo le paghette, la sera non puoi più uscire e niente regali di Natale.

Ecco il Patto di Stabilità nella sua banalizzazione, depurato da cose complicate come spese correnti, flussi di cassa, competenza mista, accertamenti, impegni, è una cosa così.

Una cosa che rischia di complicare la vita dei piccoli comuni con pagamenti in ritardo, investimenti annullati, spese tagliate, tasse aumentate.

Una cosa per cui anche Eugenio, nel suo piccolo, un po' si incazza.
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Commenti
Mauro Bigi . Sindaco scrive :
Sintesi perfetta!!!
gio 14 febbraio 2013 - 22.16
Maurizio Gambarelli - mauriziopuntogambarellichiocciolacnarepuntoit scrive :
Mica finita lì, ipotiziamo che Eugenio abbia programato, avendo le risorse, l'acquisto della bicicletta l'anno prima e già firmato il contratto, ora potrebbe avere la bicicletta ma non poter pagarla nonostante abbia i soldi in tasca.
Assurdo? Pensate, tornando alla realtà che ci sono comuni che hanno beneficiato dell'esonero dal patto di stabilità, uno di questi è Parma che grazie alla connivenza di certi governi nazionali ha accumulato fino allo scorso anno 600 milioni di debiti tra progetti fantascientifici mai realizzati (metropolitana), irresponsabile gestione di società di servizi e molto probabilmente tangenti, turbative d'asta e chi più ne ha più ne metta.
Che dire? Viviamo in un paese dove i virtuosi non vengono premiati, ma presi per i fondelli.
gio 14 febbraio 2013 - 22.27

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