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In una campagna elettorale quasi in scadenza sono molti i temi passati in queste settimane sotto i riflettori dell'opinione pubblica: tasse, lavoro, giustizia. Temi che riguardano ovviamente anche i vezzanesi, appartenenti alla categoria più vasta dei cittadini italiani. I vezzanesi sono però anche ricompresi in una sottocategoria di cui la politica si è occupata meno in questa campagna elettorale: gli abitanti dei piccoli comuni. Gli italiani che vivono in piccole comunità con meno di 5.000 abitanti sono più di 10 milioni, circa il 17% dei residenti. Questi 10 milioni sono sparpagliati in 5.683 comuni che rappresentano il 70% degli ottomila e rotti comuni italiani e occupano il 70% del territorio. Tra i diversi programmi ufficiali depositati dalle forze politiche in corsa per le prossime elezioni solo il "Movimento 5 Stelle" ha un esplicito riferimento all'argomento con la proposta di abolire tutti i comuni sotto i 5.000 abitanti. Gli altri (centrosinistra, centrodestra, centro, liberisti, comunisti, forzanuovisti e rivoluzionari) non risultano pervenuti. Quindi, per intuire il destino di piccoli centri come il nostro, bisogna andare a scandagliare, più che i programmi elettorali per il futuro, le decisioni del passato che in forme diverse puntano a ridurre il numero e le funzione dei piccoli comuni con strumenti come gestioni associate, unioni comunali o fusioni. Il governo di centrodestra e poi quello tecnico di Mario Monti (sostenuto dalla maggioranza Pd-Udc-Pdl) hanno entrambi spinto in questi anni per un accorpamento più o meno forzoso dei piccoli comuni. La Regione Emilia-Romagna ha approvato una legge a dicembre 2012 sulla riorganizzazione territoriale e a febbraio 2013 ha dato il via libera alla fusione dei comuni della Valsamoggia (ne avevamo parlato qualche mese fa). Proprio il caso della Valsamoggia mostra come le comunità locali siano combattute su questo tema nonostante la pioggia di incentivi economici e normativi: il referendum consultivo ha visto il voto favorevole del 51% dei votanti (che sono stati il 49% degli aventi diritto) e in 2 comuni su 5 hanno vinto i "no". Chissà come finirebbe da queste parti un referendum sul tema del "supercomune" che occupò la campagna elettorale comunale del 2009. Intanto, per chi volesse approfondire il tema dei piccoli comuni, c'è l'ottimo Atlante (pdf) della "Fondazione Ifel" colmo di dati statistici. |
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