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E quindi la Pinetina ?
Autore : redazione - mer 25 maggio 2016 - Ambiente
pineta campola
Per gli edicolanti reggiani D.G. è una mezza leggenda.

Del resto quelli che vendono i giornali rappresentano normalmente il 50% di pubblico di quello spazio nostalgico e vintage che i quotidiani, in perenne crisi, usano per riempire una mezza pagina abbondante tutti i giorni: le lettere al direttore.

Spazio che sa regalare, a volte, grandi esperienze letterarie.

E D.G. è una specie di scrittore seriale di lettere ai giornali. Osserva e scrive. Dalla buca all'albero, dal paesaggio all'opera incompiuta.

Domenica mentre pedalava su e giù dalle colline vezzanesi ha notato che la zona dell'EcoParco è messa male, con la pineta che va pian piano estinguendosi. E ha scritto.

Non a un giornale, a tutti.

Così ieri locandine e siti internet dei quotidiani locali parlavano all'unisono della morte della Pineta di Vezzano.

Ovviamente nessuno ha risposto a D.G. l'hanno pubblicato e stop. Poi oggi magari pubblicheranno il parere dell'esperto botanico e la spiegazione dell'ente locale.

In verità bastava un veloce passaggio sul sito dell'Ecoparco per capire come stavano le cose, non da oggi, ma da parecchio tempo:

Pineta di Vezzano nel 900
"All’inizio del secolo scorso l’area dell’odierno Parco era decisamente un paesaggio deserto e dissestato, soggetto a frane periodiche, che impedivano qualsiasi tipo di coltivazione e causavano l’interruzione della strada statale 63. Fu il Corpo Forestale dello Stato ad affrontare per primo il problema dando seguito ad interventi di piantumazione che, dall’inizio del 1900 fino agli anni ‘50, hanno interessato il futuro Parco. Da allora il terreno si sta lentamente trasformando, permettendo un reinserimento spontaneo di essenze locali. Punto di arrivo del piano intrapreso sarà la completa sostituzione della pineta con vegetazione autoctona, ricorrendo a diradamenti e tagli selettivi che incentivino il ritorno al tipico bosco di latifoglie della prima collina reggiana".

Su queste pagine poi in questi anni abbiamo raccontato le vicissitudini di un'altra parte di pineta vezzanese, del tentativo di salvarla dalla Processionaria con quasi cinquemila colpi di fucile.

Detto questo, da queste parti si spera con D.G. continui a scrivere un sacco di lettere ai giornali. La speranza è che qualche volta i giornali assolvano al loro compito di informare, rispondendo. Anche solo con un giro sulla prima pagina dei risultati di Google.
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Commenti
Bertolini Marino Bruno scrive :
Sono totalmente d'accordo e non voglio ripetere queste tue considerazioni esprese sullo scrittore seriale D.G., sul compito di informare dei giornali, sopratutto sulla storia e futuro della pineta di Vezzano.
mer 25 maggio 2016 - 13.58
Domenico Giannantonio scrive :
Qui è lo "scrittore seriale" che scrive, ovviamente. La redazione poteva declinare il mio nome per intero, Domenico Giannantonio, non me ne sarei offeso, nemmeno del tono leggermente ironico che l'editoriale lascia permeare. Anzi, grazie, perchè se mi si definisce "scrittore seriale " e "mezza leggenda" vuol dire che mi si legge e per uno che scrittore non è nè tantomento giornalista ma un semplice cittadino, è un successo. Ma ritorno sul tema pinetina. Vi dispiace che se ne parli e se ne parli con lo scopo di salvaguardare il territorio? Perchè se così è, allora va bene, basta, non ne parlo più e voi potete applaudire. Meno si parla del territorio vezzanese che ha alcune ottime opportunità turistiche non utilizzate (esempio banale le cave del gesso o anche i muri del diavolo o gli stessi calanchi del Grafagnana), meglio è secondo la logica dell'editoriale anonimo firmato "redazione". Va bene. Per me non è un problema caro amico. Vezzano mi piace molto ma farò come fa chi fa il giretto in bici: guarda e passa, o, a volte, passa e basta. Invece, come dovresti sapere visto che hai un sito e scrivi, scrivere non lo si può impedire a nessuno. A meno che chi scriva non tocchi qualche centro di potere o muova code di paglia altrui, o chissà. Circa i tagli mirati, in questo caso non li ho visti, nemmeno uno, da anni. Anzi uno sì: un pino che era caduto sulla mulattiera che sbuca a Casoletta. Se vai a vedere, di tagli non ne trovi ma di pini crollati ne trovi centinaia, a marcire. Però anch'io aspetto con ansia che la vegetazione autoctona sostituisca la pineta. Nel frattempo permettimi - spero almeno questo di poterlo fare senza essere sbeffegiato - di non gioire nel vederla morire, da anni, lentamente, in silenzio. PS non mi occuperò più di Vezzano: gli anonimi non mi piacciono. Contento? Cordialmente
gio 26 maggio 2016 - 00.09
Domenico Giannantonio scrive :
Qui è lo "scrittore seriale" che scrive, ovviamente. La redazione poteva declinare il mio nome per intero, Domenico Giannantonio, non me ne sarei offeso, nemmeno del tono leggermente ironico che l'editoriale lascia permeare. Anzi, grazie, perchè se mi si definisce "scrittore seriale " e "mezza leggenda" vuol dire che mi si legge e per uno che scrittore non è nè tantomento giornalista ma un semplice cittadino, è un successo. Ma ritorno sul tema pinetina. Vi dispiace che se ne parli e se ne parli con lo scopo di salvaguardare il territorio? Perchè se così è, allora va bene, basta, non ne parlo più e voi potete applaudire. Meno si parla del territorio vezzanese che ha alcune ottime opportunità turistiche non utilizzate (esempio banale le cave del gesso o anche i muri del diavolo o gli stessi calanchi del Grafagnana), meglio è secondo la logica dell'editoriale anonimo firmato "redazione". Va bene. Per me non è un problema caro amico. Vezzano mi piace molto ma farò come fa chi fa il giretto in bici: guarda e passa, o, a volte, passa e basta. Invece, come dovresti sapere visto che hai un sito e scrivi, scrivere non lo si può impedire a nessuno. A meno che chi scriva non tocchi qualche centro di potere o muova code di paglia altrui, o chissà. Circa i tagli mirati, in questo caso non li ho visti, nemmeno uno, da anni. Anzi uno sì: un pino che era caduto sulla mulattiera che sbuca a Casoletta. Se vai a vedere, di tagli non ne trovi ma di pini crollati ne trovi centinaia, a marcire. Però anch'io aspetto con ansia che la vegetazione autoctona sostituisca la pineta. Nel frattempo permettimi - spero almeno questo di poterlo fare senza essere sbeffegiato - di non gioire nel vederla morire, da anni, lentamente, in silenzio. PS non mi occuperò più di Vezzano: gli anonimi non mi piacciono. Contento? Cordialmente
gio 26 maggio 2016 - 00.10
Domenico Giannantonio scrive :
Ah ovviamente essedo seriale ho postato due volte lo stesso commento con anche la mail per gli insulti diretti. Se hai poteri di modifica ti chiedo gentilmente di cancellarne uno e di occultare la mail. Se non puoi, amen. D.G.
gio 26 maggio 2016 - 00.13
redazione scrive :
Buongiorno Domenico, innanzitutto grazie per aver scritto. Anche a noi questa volta. ;-)

Continui a scrivere, lo dico per davvero. Se c'era un po' di ironia era leggera e spero non offensiva. Sarei ben felice se scrivesse anche qui quando vuole dire qualcosa su Vezzano. Da molti anni, quasi 15 (mancano un paio di mesi) queste pagine sono uno spazio di libertà a disposizione di tutti.

Il problema non è poter scrivere, ma il saper rispondere. Perchè vede Domenico questo Paese (quello grande) ha un problema di estremi: ci sono quelli che se ne fregano di tutto e quelli che pensano che il Gabibbo risolva tutto.

Oggi o al massimo domani, i giornali della Pineta di Vezzano non parleranno più. E' nella natura delle cose: hanno pubblicato il grido d'allarme, la replica degli enti, e bon. Il tutto senza uno straccio di approfondimento.

Io credo che l'informazione fatta in questo modo non risolva molte cose, ma è un parere assolutamente minoritario, ne sono consapevole.

Quello che posso assicurare è che da queste parti a questo piccolo fazzoletto di terra emiliana ci teniamo. Ci teniamo, con molta libertà.

Spero di leggerla presto Domenico.

Con leggerezza, Lorenzo.
gio 26 maggio 2016 - 09.15
Domenico scrive :
Grazie, in fondo lo faccio perchè a Vezzano sono un po' legato affettivamente ed è un paese a cui voglio bene. A presto.
gio 26 maggio 2016 - 10.35

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