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Il 14 marzo del 1996 la parola femminicidio non esisteva. Entrerà nel vocabolario della lingua italiana più di un decennio dopo. Jessica il pomeriggio del 14 marzo 1996, un giovedì come un altro, tornava a casa da scuola. Frequentava il Galvani di Sant'Ilario. Studiava per diventare "Tecnico dell’Impresa Grafica". Aveva 17 anni, i capelli scuri e lo sguardo da ragazzina. A scuola passa a prenderla con l'auto un suo amico, Andrea. Di solito ci pensava Giuliana, sua mamma, ma quel giorno doveva accompagnare il fratello di Jessica a calcio. Jessica abitava a Reggio vicino al vecchio Mirabello, lo stadio dentro il cuore fisico e metafisico della città che la Reggiana aveva abbandonato al suo destino neanche un anno prima con l'ultima partita contro l'Inter, in serie A. Non tornava a casa da sola Jessica perché così erano tutti più tranquilli. Sua mamma era già andata dai carabinieri due volte e aveva ricevuto una risposta che spesso era prassi: lasci perdere, non serve, è un ragazzo giovane, così lo rovina. Lasciarono perdere. Lui invece no. Quel 14 marzo del 1996, un giovedì come un altro, approfitta della licenza da militare (l'anno di servizio di leva obbligatorio verrà abolito 10 anni dopo) e si mette in macchina ad aspettare all'uscita dalla scuola. Insegue Jessica ed Andrea per tutta la via Emilia fino a Reggio, fin quasi sotto casa, fino alla fine. All'incrocio tra via Bruno Buozzi e via Pier Giacinto Terrachini, a due passi dal cuore fisico e storico della città, per alcuni interminabili minuti l'aria si riempì di urla e dolore, come mai era successo. E l'asfalto di un mare di sangue. I giornali del giorno dopo avevano dentro quelle parole che spesso erano, e sono ancora oggi, prassi: ex fidanzato, bravo ragazzo, ancora innamorato, attimo di follia, pazzo di gelosia. Il 14 marzo del 1996, un giovedì come un altro, la parola femminicidio non esisteva. Ma Jessica era lì, con i suoi 17 anni, i capelli scuri, lo sguardo da ragazzina. Oggi al posto del sangue sull'asfalto c'è una targa: "non c'è nulla in questa morte che ricordi amore". +++rinviata la cerimonia a causa di allerta meteo ++++ Sabato 19 ottobre alle 10.30 sarà intitolato ufficialmente a Jessica Filianti uno spazio pubblico a Pecorile, paese d'origine della famiglia dal lato paterno. E' il punto finale di un percorso amministrativo iniziato a fine 2020 con l'approvazione all'unanimità da parte del consiglio comunale di una proposta del gruppo di opposizione "Vezzano di Tutti", condiviso e concretizzato dall'amministrazione del sindaco Vescovi. |
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