La bara a spalla come una volta. La strada invasa perchè c'erano proprio tutti, òm dòni e ragas. Uno stuolo di preti che forse son quasi quelli rimasti. La gente infilata ovunque. Il silenzio. La commozione con l'alibi del riflesso. Le parole non sprecate, che già così è un miracolo. E poi il cimitero. Generazioni di vezzanesi che si guardano in faccia e anche un po' dentro. Il sole tiepido e i prati verdi di primavera tutt'attorno. Le canzoni. I cinni che si rincorrono. Le lacrime e i sorrisi. Un funerale con dentro la potenza della vita. L'ultimo regalo del don. |