Lo scorso 15 gennaio scadevano i primi termini per i consiglieri regionali dell'Emilia Romagna per rinunciare volontariamente al vitalizio. A questo giro (il prossimo è il 1 luglio 2013) avrebbero dichiarato ufficialmente il gran rifiuto una decina di consiglieri su 50. Tra i sette reggiani eletti in Regione al momento hanno già espresso questa volontà Pagani, Moriconi, Riva. Quelli che non si sono ancora pronunciati sono Barbati, Barbieri, Filippi, Mori. La facoltà di rinunciare all'assegno è stata approvata all'unanimità dall'assemblea legislativa regionale a fine dicembre con l'approvazione di un emendamento del Partito Democratico, anticipando in un qualche modo la decisione già presa nel 2010 di abolire del tutto i vitalizi a partire dalla prossima legislatura nel 2015. Ma come funziona il vitalizio e come funziona la rinuncia volontaria ? Il vitalizio per i consiglieri regionali non è tecnicamente "una pensione", ma nei fatti è così. Ogni mese dall'indennità di carica del consigliere (lo stipendio base per intenderci) viene trattenuta una percentuale che va a finanziare il fondo per l'assegno vitalizio. Oggi la trattenuta è pari a circa 1.000 euro al mese. Una volta raggiunti i 60 anni di età il consigliere cessato dall'incarico ha diritto a percepire una cifra che varia in percentuale tra il 20% e il 50% di una "indennità base", a seconda degli anni di mandato svolti. In pratica oggi un consigliere regionale con 5 anni di mandato può percepire un vitalizio di circa 1.600 euro lordi (1300 netti), con dieci circa 2.200 euro netti. Chi rinuncia a percepire il vitalizio si vedrà restituire i contributi versati finora (i 1.000 euro mensili) senza interessi e in rate trimestrali. Quanto costano alla collettività i vitalizi ? In Emilia il vitalizio per consiglieri regionali nasce nel 1973. Ad oggi percepiscono l'assegno mensile circa 150 persone con alcune punte massime di 4.950 euro lordi al mese. Ogni mese la Regione versa circa 400.000 euro di vitalizi. Dei 37 milioni di bilancio dell'assemblea legislativa emiliana, quasi 5 vanno spesi per questo capitolo di spesa. Un costo che senza una riforma sarebbe aumentato di molto, diventando nei fatti insostenibile. Basta un semplice esempio: un consigliere in 5 anni di mandato versa per il proprio vitalizio circa 60.000 euro. A 60 anni invece riceverà 1.300 euro netti al mese e quindi all'età di 64 anni sarà già "a debito" (con una speranza media di vita dell'Istat a quota 78). Del resto forse più delle parole vale una immagine, quella che trovate in fondo, che mostra "il disavanzo" del sistema dei vitalizi. Quindi a conti fatti ? A conti fatti oggi se un consigliere regionale non ultra settantenne rinuncia al vitalizio (augurando lunga e serena vita a tutti) ha buone probabilità di far risparmiare alla collettività nel futuro centinaia di migliaia di euro. |