Autore : redazione - gio 12 settembre 2013 - Argomento : Ambiente
Vezzano tra geocaching e orienteering
tramonto da Monte Gesso Vezzano sul Crostolo
Qualche raccoglitore di asparagi l'ha già notato da tempo. E' un piccolo barattolo vicino alla sommità del Monte del Gesso che contiene qualche oggetto e un libretto per "segnare" il proprio passaggio.

Si tratta di un "cache", ovvero di un contenitore, strumento indispensabile per un gioco planetario che si chiama Geocaching. In parole povere una specie di caccia al tesoro che mischia tecnologia ed esplorazione, gps e trekking.

Nato negli Stati Uniti nel 2000 quando d'un botto la precisione della rilevazione satellitare privata passo dai 100 metri a circa 10, nel 2011 è arrivato anche a Vezzano ai piedi della Madonnina.

La comunità del geocaching non è vastissima ma motivata e con uno spirito decisamente interessante: scoprire luoghi insoliti ma belli. C'è una cache anche a Votigno, presso la Casa del Tibet.

In provincia di Reggio sono circa una trentina, dal Crinale di Lama Lite fino alla guareschiana Madonna del Borghetto a Brescello, sulle rive del Po.

La pagina dedicata al cache vezzanese è questa, mentre qui c'è quella della Casa del Tibet.

Per rimanere sempre nei paraggi di nuovi suoni e nuove attività, martedì scorso l'Ecoparco di Vezzano è stato il campo di formazione e allenamento di una ventina di insegnanti di educazione fisica reggiani che si sono cimentati con l'orienteering.

L'orienteering è una pratica sportiva con molta storia alle spalle (specialmente nel Nord Europa) e che in Italia è presente in modo organizzato dalla metà degli anni '80 del novecento. In questo caso niente gps, ma bussola e cartina.

Geocaching ed orienteering, parole nuove e nuovi modi di vivere il territorio.

Anche a Vezzano.