È mio, quando lo guardo. È del vecchio, del bambino, del re, dell'ortolano, del poeta, dello spazzino. "Il cielo è di tutti" di Gianni Rodari non so se la insegnano a scuola. Per me dovrebbero, ma capisco che c'è tanto da fare. "La scuola è di tutti" pensavo in questi giorni quando si tinteggiavano le pareti delle aule della scuola elementare. Volontari con pennelli e vernice forniti con i fondi raccolti dalle Associazioni Vezzanesi con i punti ristoro durante la Fiera di San Martino. Hai mangiato un sacchetto di gnocco o bevuto un vin brulè e le aule dei bambini si colorano. Un piccolo circolo virtuoso. Un circolo virtuoso alimentato da un fattore imprescindibile: sentirsi parte di una comunità, comunque la si pensi. Perché pagare le tasse e pretendere (correttamente) servizi efficienti va bene, ma se ci si ferma lì non si va molto lontano. "La scuola è di tutti" e dovrebbe essere centro morale e fisico di una comunità. Un luogo ospitale ed aperto, con insegnanti rispettati e bambini che trovano gli strumenti per poter crescere e far crescere un giorno il posto che abiteranno. Ogni occhio si prende ogni cosa e non manca mai niente: chi guarda il cielo per ultimo non lo trova meno splendente. |