Poco più di 1.200 metri quadri. Un terzo del campo sportivo parrocchiale. Una frazione minima dei 37,6 chilometri quadrati del territorio del Comune di Vezzano. Eppure in questi giorni sui milleduecento e rotti metri quadri di Piazza della Libertà a Vezzano si sono concentrate molto polemiche, quasi tutto social e online. E' normale, perchè pur essendo uno spazio ridotto, la piazza è da sempre nella storia italiana l'epicentro della vita sociale, economica e politica di una comunità, piccola o grande che sia. Vezzano non fa eccezione. Oggetto del contendere il rifacimento che Piazza della Libertà ha subito nel 2012 e che già al tempo della progettazione aveva creato un ampio dibattito. Anche oggi le critiche che vengono rivolte ricalcano quelle iniziali: - meno parcheggi e una viabilità più tortuosa hanno inciso sulle attività economiche che si affacciano sulla piazza. - critiche estetiche. - critiche sulla manutenzione della piazza e degli arredi. Dopo quattro anni forse è venuto il momento di fare qualche bilancio e qualche considerazione, partendo magari da alcuni punti fermi. Prima del 2012 a Vezzano c'era Piazza della Libertà, ma era solo una piazza di nome e non di fatto. Era in sostanza un parcheggio al centro del paese, con tutto quello che comportava nel bene e nel male. Così com'era non assolveva ad uno dei compiti che una piazza di solito ha: la socializzazione. Nessuno si metteva in mezzo ad un parcheggio con un tavolino a fare un aperitivo o a chiaccherare, a meno di non essere Ernesto Calindri con un Cynar in mano (citazione vintage). Il parcheggio (e una viabilità molto semplice) favoriva invece le attività economiche basate sul "compra e via" ed indubbiamente dal cambio c'hanno perso, anche se individuare in una sola causa il calo del fatturato è forviante perchè non tiene conto di molti altri fattori (locali e globali). In sostanza con la nuova piazza c'è un po' più di socializzazione (non molta, ma più di prima) e meno "compra e via". Innegabili invece i problemi di manutenzione di alcuni arredi e questo è un problema (risolvibile) se si vuole che la piazza sia anche un "biglietto da visita" del paese (soprattutto una piazza dove accanto passano migliaia di auto al giorno). E quindi ? Quindi forse è meglio guardare avanti, piuttosto che indietro. Progettare il futuro piuttosto che corteggiare la nostalgia. Partendo da piccole cose come miglioramenti estetici, una più netta divisione tra spazio pedonale e parcheggio, una manutenzione più puntuale e idee. Perchè gli spazi, anche quelli così così (suvvia non abbiamo esattamente Piazza del Campo) se riempiti con un po' di idee spesso rinascono. Per quelli che hanno capito quella di Ernesto Calindri forse l'immagine dell'articolo risulterà meno comprensibile |