"In un prato, sdraiati al sole, a magner al gnocc frett". La libertà descritta pari pari, semplice semplice. Vera. La libertà è come l'aria, diceva Piero Calamandrei, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. E tra l'aria e al gnocc frett un reggiano è sempre nel dubbio. Però l'aria Lello l'aveva sentita mancare per davvero quell'aprile del '44 quando lo portarono insieme agli altri al Carcere dei Servi a Reggio. Botte, interrogatori, frusta, bastoni. Il repertorio completo della violenza fascista a cui furono sottoposti una ventina di giovani vezzanesi, colpevoli di aver in antipatia le camicie nere. Li processarono e poi li trasferirono al carcere cittadino di San Tommaso dove c'erano anche i detenuti comuni. E proprio dai detenuti comuni, durante un bombardamento alleato, venne il primo tentativo, fallito, di fuga. La milizia fascista non attendeva altro per mettere al muro degli antifascisti. E così fece. A 17 anni si trovarono di fronte due ragazzini di quindici pronti a falciarli con la mitraglia. La scamparono per un soffio quella mitragliata, grazie all'intervento delle polizia carceraria. L'aria e la libertà la ritrovarono qualche mese dopo, il 15 ottobre del 1944, quando riuscirono a scappare per davvero, in un fuga rocambolesca. Arrivarono con il buio al Crostolo e risalirono la corrente come i salmoni. Prima a Vezzano e poi su in montagna con la 26° Brigata Garibaldi. Leonello Pisi è morto ieri all'età di 91 anni. Del giorno della Liberazione si ricordava quel prato verde, il sole e al gnocc frett. La libertà descritta pari pari, semplice semplice. Vera. Non era il paradiso, ma un po' c'assomigliava. ------------ La storia di Leonello e degli altri è stata raccontata in un documentario a cura di Istoreco e della scuola media di Vezzano nel 2008. Lo potete vedere qui. |