Autore : redazione - mar 09 luglio 2019 - Argomento : Cronaca
La libertà di Leonello
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"In un prato, sdraiati al sole, a magner al gnocc frett".

La libertà descritta pari pari, semplice semplice. Vera.

La libertà è come l'aria, diceva Piero Calamandrei, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.

E tra l'aria e al gnocc frett un reggiano è sempre nel dubbio.

Però l'aria Lello l'aveva sentita mancare per davvero quell'aprile del '44 quando lo portarono insieme agli altri al Carcere dei Servi a Reggio.

Botte, interrogatori, frusta, bastoni.

Il repertorio completo della violenza fascista a cui furono sottoposti una ventina di giovani vezzanesi, colpevoli di aver in antipatia le camicie nere.

Li processarono e poi li trasferirono al carcere cittadino di San Tommaso dove c'erano anche i detenuti comuni.

E proprio dai detenuti comuni, durante un bombardamento alleato, venne il primo tentativo, fallito, di fuga.


La milizia fascista non attendeva altro per mettere al muro degli antifascisti. E così fece.

A 17 anni si trovarono di fronte due ragazzini di quindici pronti a falciarli con la mitraglia.

La scamparono per un soffio quella mitragliata, grazie all'intervento delle polizia carceraria.

L'aria e la libertà la ritrovarono qualche mese dopo, il 15 ottobre del 1944, quando riuscirono a scappare per davvero, in un fuga rocambolesca.

Arrivarono con il buio al Crostolo e risalirono la corrente come i salmoni.

Prima a Vezzano e poi su in montagna con la 26° Brigata Garibaldi.

Leonello Pisi è morto ieri all'età di 91 anni.

Del giorno della Liberazione si ricordava quel prato verde, il sole e al gnocc frett.

La libertà descritta pari pari, semplice semplice. Vera.

Non era il paradiso, ma un po' c'assomigliava.

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La storia di Leonello e degli altri è stata raccontata in un documentario a cura di Istoreco e della scuola media di Vezzano nel 2008.

Lo potete vedere qui.