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Sono stati pubblicati i "nuovi" dati in base a cui l'Emilia Romagna è rimasta in "zona gialla", quella con le restrizioni minori per la vita economica, sociale e personale. Il termine "nuovi" è fra virgolette perché è bene ricordare che i dati descrivono la situazione della settimana dal 26 ottobre al 1 novembre. Cosa dicono i dati ? Ancora nessuna buona notizia per il momento, anzi. L'indice RT è stabile sostanzialmente a 1,6 rispetto alla settimana precedente. Vuol dire che in media 1 persona ne contagia una e mezzo circa. Banalmente: finché non si scende sotto il valore di 1 i casi continueranno ad aumentare. Tutti gli altri parametri sono peggiorati: dall'incidenza a 14 giorni, al numero di focolai attivi, alle percentuali di positività dei tamponi. Ci salviamo, ancora, sul fronte medico e degli ospedali, ma anche qui ovviamente la situazione sta peggiorando. Per quanto riguarda le terapie intensive siamo passati dal 15% al 20% di occupazione (l'allarme scatta al 30%) e dal 15% al 23% nelle aree mediche (l'allarme scatta al 40%). Ci sono però due problemi con questi dati. Il primo riguarda il numero di posti in terapia intensiva davvero disponibili. Per la Regione sono 641, per il commissario Arcuri 563. Comunque il dato percentuale è calcolato su quello della Regione (e per fortuna). Il secondo problema è più grosso: i dati percentuali di occupazione di terapie intensive ed aree mediche si riferiscono al 1 novembre. Oggi le aree mediche sono al 35% di occupazione (soglia 40%) ma soprattutto le terapie intensive sono già occupate al 32% ovvero sopra la soglia del 30% che fa scattare l'allarme e anche il rischio concreto di scivolamento verso colori più accesi. Solo un sensibile calo dell'indice RT potrebbe influenzare positivamente una prossima valutazione, che dovrebbe avvenire a fine settimana sui dati raccolti fino a domenica 8 novembre (data in cui le TI erano appena sopra soglia). |
Si chiude una settimana particolarmente difficile per i numeri della pandemia sul nostro territorio. Sono state 29 le diagnosi di positività negli ultimi sette giorni che hanno più che raddoppiato i numeri fin qui registrati della "seconda ondata". Il totale di un mese è ora a 56 diagnosi di positività (alcuni pazienti si sono ovviamente già negativizzati). Negli ultimi 14 giorni l'incidenza del contagio (il numero di positività rapportato alla popolazione, su scala 100.000 abitanti) pone purtroppo Vezzano al terzo posto in provincia dopo Viano e Carpineti. Solitamente in realtà piccole il dato può essere influenzato da focolai particolarmente ampi nelle strutture protette (è successo purtroppo in diversi comuni come Castelnuovo Sotto, Casalgrande e Rubiera). Non è invece il caso di Vezzano dove le positività sono più diffuse in micro focolai familiari. Nella mappatura dell'ultimo mese di pandemia (in sostanza dall'inizio della seconda ondata) si nota che a differenza di primavera i territori più colpiti non sono quelli a ovest della provincia, ma quelli a est. Per quanto riguarda la progressione dei casi di positività registrati in provincia questa settimana segna un rallentamento: si cresce sempre ma con percentuali inferiori alla settimana scorsa. Dovrebbe essere il risultato delle misure di contenimento messe in campo nelle ultime due settimane, ma anche di una minore capacità di intercettare casi lievi. Sul fronte ospedaliero si registra un leggero rallentamento della crescita dei ricoveri o meglio del saldo dei ricoveri (tra nuovi ingressi e dimissioni) che passano da 213 a 267. Purtroppo invece aumentano i ricoveri in terapia intensiva che sono più che raddoppiati passando da 8 a 18. Non sono invece ancora stati pubblicati i dati del bollettino nazionale settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità sui cui si deve basare l'assegnazione del colore di ogni regione a seconda del rischio epidemico. Solitamente in questi mesi i dati sono sempre stati pubblicati il venerdì. Al momento sono ancora in discussione nella "cabina di regia" con le regioni, per poi approdare al Comitato Tecnico Scientifico che li sottoporrà al Ministro della Salute per la firma delle ordinanze che eventualmente possono modificare il colore e quindi le restrizioni applicate in una territorio. Ne avevamo parlato qui. |
Nella giornata di oggi sono stati pubblicati i criteri e le valutazioni tecniche con cui il Ministero della Sanità ha suddiviso le regioni per colore a seconda del rischio legato alla progressione della pandemia. L'Emilia Romagna è "gialla" che corrisponde ad un rischio "moderato" e con una serie di limitazioni della vita economica e sociale decisamente più leggere di quelle previste per le zone rosse, molto più simili al lockdown della scorsa primavera. Ma quali sono i criteri di classificazione ? E come è messa l'Emilia Romagna e quindi anche noi ? Le valutazioni dei tecnici sono fatte su una molteplicità di fattori combinati che possono apparire piuttosto complicati, ma si possono semplificare in quattro grandi gruppi: 1) la capacità di raccogliere dati e di comunicarli tempestivamente al livello centrale, in particolare sui profili delle persone diagnosticate positive. 2) la capacità ed accuratezza dell'attività di tracciamento ed isolamento 3) la velocità di progressione dell'epidemia attraverso l'indice RT, ma non solo. 4) la capacità del sistema sanitario di reggere l'urto della pandemia, in particolare attraverso il parametro dell'occupazione dei letti in terapia intensiva e in reparti covid-19. Come è messa l'Emilia Romagna, quindi noi ? Confrontando i dati con le regioni che sono state classificate come zone rosse, quindi a massimo rischio, quello che si può notare è che il nostro essere solo "gialli" deriva dalle buone performance che abbiamo per i parametri del gruppo 1 e 4. Ovvero siamo molto bravi nella raccolta e comunicazione dei dati e abbiamo una percentuale di occupazione dei letti in terapia intensiva e non, sotto le soglie di allarme fissate al 30% e al 40% rispettivamente. Nel tracciamento ce la caviamo, ma i problemi cominciano con la velocità di trasmissione del contagio con un RT a 1,6 ovvero ogni persona ne contagia una e mezza. E' un valore più alto di quello della Puglia che è "zona arancione". Il problema più grande è però un altro, ed è il tempo. La valutazione di assegnare ad una regione un colore (rosso, arancione, giallo) è fatta in base ai numeri e ai dati raccolti tra il 19 ottobre e il 25 ottobre. Entro sabato l'Istituto Superiore di Sanità analizzerà i dati riferiti alla settimana successiva, quella tra il 26 ottobre e il 1 novembre, una settimana con numeri decisamente peggiori per l'Emilia Romagna, sia per l'aumento dei contagi, sia per la perdita di capacità di tracciamento (l'aumento consistente dei famosi casi classificati come "sporadici" ovvero di cui non si conosce la catena di contagio). Aumento che inevitabilmente si è trasformato in una maggiore pressione sugli ospedali e quindi ad un peggioramento dei numeri riferiti ai posti letto occupati sia in terapia intensiva che in reparti covid-19. La domanda che ci si porrà presto è quindi: rimarremo gialli ? E se sì, per quanto ? La risposta dipende in parte anche da noi, da quanto si abbasserà l'indice RT in questa settimana, ovvero quanto le misure adottate circa 10 giorni fa abbiano avuto successo (ci sono piccoli segnali di rallentamento). |
Dalla mezzanotte entreranno in vigore le nuove disposizioni previste nell'ultimo decreto della Presidenza del Consiglio per contenere la pandemia e l'emergenza sanitaria. Come è noto è stata introdotta una classificazione delle regioni in base al rischio e alla situazione del sistema sanitario locale. La regione Emilia Romagna è stata classificata, al momento, con rischio moderato che nella scala cromatica abbinata al decreto corrisponde al colore giallo. Le novità in termini di prescrizioni e limitazioni per le "zone gialle" rispetto ai provvedimenti già in atto dalle scorse settimane riguardano essenzialmente: - l'introduzione del coprifuoco alle ore 22 (già scrivere coprifuoco indica la situazione eccezionale in cui ci troviamo) - la didattica a distanza per tutte le scuole superiori - il trasporto pubblico che torna al 50% di capienza - musei e biblioteche chiusi - asporto, visto il coprifuoco, possibile solo fino alle 22. Torna l'autocertificazione per gli spostamenti di necessità durante l'orario del coprifuoco. |
Alla vigilia di nuove ulteriori ed annunciate restrizioni dopo quelle introdotte il 13 e il 24 ottobre, mettiamo in fila i numeri di questa settimana di "seconda ondata" per quanto riguarda Vezzano e la provincia di Reggio. A Vezzano da lunedì ad oggi si sono registrati quindici nuovi casi, che portano il totale di questa seconda fase dell'emergenza per il nostro territorio a 27 positivi riscontrati in 3 settimane. Per quanto riguarda la provincia di Reggio nella sua interezza, la settimana si chiude con 1.679 diagnosi di positività, quasi esattamente il doppio dei casi registrati la settimana precedente (837) che erano il doppio di quella ancora precedente. Registriamo quindi ancora una crescita esponenziale dei contagi, in un fine settimana festivo che ha visto un intenso traffico automobilistico sul nostro territorio in particolare in direzione della montagna. Infine sul fronte più importante, quello ospedaliero, il saldo dei ricoverati in terapia intensiva sale a 8 dai 4 della scorsa domenica e i ricoverati in reparti Covid-19 da 129 a 213. |
Quello alle porte è un fine settimana inedito e delicato. In tempi normali la festività di Ognissanti prevede storicamente un grande afflusso di visitatori nei cimiteri, abbinato sempre più spesso negli ultimi anni ai riti ed abitudini della festività di Halloween, importata dal mondo anglosassone. Inoltre, in caso di tempo stabile, è tra i momenti preferiti per le escursioni autunnali fuoriporta. Abitudini e riti che quest'anno devono fare i conti con l'emergenza sanitaria in corso e i provvedimenti di contenimento in atto per fronteggiarla. Provvedimenti che non sono stati inaspriti per queste specifiche giornate ma che sono stati accompagnati da raccomandazioni. In questo senso il Comune di Vezzano si è focalizzato su alcuni avvisi, sia per quanto riguarda le visite ai defunti nei cimiteri, sia per quanto riguarda la serata di Halloween. Per i cimiteri è consigliato scegliere giornate ed orari in cui si prevede poco afflusso generale e di anticipare o posticipare le visite rispetto al 2 novembre. Oltre a questo è necessario ricordare le norme di distanziamento, di utilizzo della mascherina e di igienizzazione delle mani prima (e magari anche dopo) aver toccato attrezzature interne al cimitero (esempio classico il rubinetto dell'acqua). Per quanto riguarda Halloween, oltre a ricordare il divieto di feste private sia all'aperto che al chiuso, l'amministrazione "sconsiglia vivamente il rito del ‘dolcetto e scherzetto’ nei condomini e/o quartieri" e invita le famiglie a non festeggiare insieme ospitando amici o amici dei figli. Nella serata di Halloween saranno comunque intensificati i controlli della Polizia Municipale. Sarà anche il primo fine settimana dove ristoranti, bar e locali saranno chiusi di sera, con un probabile maggior afflusso negli orari di apertura consentiti. |
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