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Le debite proporzioni
Autore : redazione - mer 02 novembre 2011 - Politica
debito pubblico italiano detentori
Millenovecento e rotti miliardi di euro. E' il debito pubblico italiano. All'incirca.

E' uno di quei numeri che non spiegano niente perchè troppo grossi.

Siamo abituati a misurare la vita con altro, con quello che viviamo, con quello che ci sta intorno.

E allora forse si può provare a semplificare correndo anche il rischio di perdere qualcosa in precisione e acquistarne magari in comprensione.

Se il Comune di Vezzano oggi fosse l'Italia sarebbe messo così:

135 milioni di euro di debito totale.
74 nei confronti dei cittadini vezzanesi e 61 milioni con i Comuni vicini (Albinea, Quattro Castella etc)

Entrate annue : 32 milioni.

Spese annue: 34,5 milioni di cui 6,5 per pagare gli interessi sul debito.
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Commenti
GIovanni Campani scrive :
Come direbbe il Ministro Tremonti "i conti non tornano"
nel triennio 2006-2009 le entrate dello stato sono state il 47% del pil pertanto fatte le proporzioni le ipotetiche entrate del fantacomune di Vezzano sarebbero 63,45 Milioni di euro e le uscite circa 66 milioni di euro (50% del pil) e gli interessi al tasso del 6% (ultima asta BTP) sarebbero circa 8,1 milioni di euro.
Ora a parte correggere i dati dell'articolo (ogni tanto anche la Redazione prende qualche granchio) bisognerebbe anche dire che il patrimonio dello stato (immobili, partecipazioni, ecc) vale circa 1800 miliardi di euro (il debito è pari al 105% del patrimonio)
Tutto questo rende evidente che:
lo stato italiano (o se volete il Fantacomune di Vezzaano) è fortemente indebitato e nonostante le forti entrate spende troppo e oltretutto spende male (la spesa non produce reddito).
Adesso che si fa ?
mer 02 novembre 2011 - 22.43
redazione scrive :
Per "le debite proporzioni" sono stati usati come dati di partenza quelli della Ragioneria dello Stato del gennaio 2011.

http://www.rgs.mef.gov.it/_...

La differenza tra le cifre credo venga dal fatto che nel nostro esempio le "entrate" derivanti da accensione di prestiti (bot,cct) non vengono conteggiate, come non vengono conteggiate come uscite i rimborsi dei prestiti.

Dal punto di vista contabile forse non è il massimo, ma in questo modo si riesce a rendere meglio l'idea di quanto incassa e spende lo Stato e della sua (nostra) capacità di ripagare i debiti.
gio 03 novembre 2011 - 01.24
Giovanni Campani scrive :
Io ho considerato i dati ISTAT , ma non cambia molto
Non va bene uguale, i dati reali in milioni di euro sono (per competenza)
debito = 1911
entrate = 450
uscite = 710 (il rimborso dei prestiti già accesi non lo si può escludere ... magari si potesse)
e fatte le proporzioni si ottiene:
Debito = 135
entrate = 32
uscite = 50
Ma la domanda è la stessa: quindi ?
gio 03 novembre 2011 - 09.05
Giovanni Campani scrive :
Mi correggo, i dati sono in miliardi di euro
gio 03 novembre 2011 - 09.06
Andrea Tosi scrive :
Lorenzo aiutami a capire: ho mal interpretato il tuo esempio, o più del 50% del debito pubblico è nei confronti dei cittadini?
In pratica siamo debitori verso noi stessi?
Ma non è assurdo?
Comunque se così fosse, io il mio debito verso me stesso lo azzero ufficialmente.
Ciao AT
gio 03 novembre 2011 - 10.33
redazione scrive :
Andrea per spiegare meglio il punto adesso nell'articolo c'è una infografica che non è precisa sui numeri assoluti ma in termini percentuali sì.

I dententori del debito pubblico italiano sono per oltre la metà italiani. Secondo i dati di questi giorni della Banca d'Italia la quota detenuta da non residenti nel 2011 è scesa al 42,4%.

E' uno dei fattori che ancora ci salvano.

Apprezzabile il gesto di azzerare il tuo debito ma immagino che tu non abbia da parte molti bot o cct :-)
gio 03 novembre 2011 - 11.55
A Tosi scrive :
Immagini bene...forse è proprio per quello che non capivo :-)
gio 03 novembre 2011 - 14.29
Roberto Villella scrive :
Provo a farla ancora più semplice: è come se una famiglia riuscisse a malapena (e con sempre maggiori difficoltà) a ripagare gli interessi su un mutuo. Interessi che tra l'altro continuano a crescere, mentre il reddito della famiglia rimane più o meno stabile. Che si può fare?
Se non si vuole rimanere "strozzati" dal debito non rimane che tentare di vendere AL MEGLIO la cantina, la seconda macchina, la casa al mare (lo Stato ne ha...) e ridurre TUTTE quelle spese non indispensabili. Se poi si riesce ingegnandosi a guadagnare qualcosina di più...forse il futuro diventa più sorridente.
gio 03 novembre 2011 - 17.01
p.f. scrive :
A mio avviso intanto a breve una bella tassa patrimoniale stile Amato '92 non ce la toglie nessuno... e io sarei pure concorde.
Ma attenzione perchè c'e' un elemento ulteriore e veramente delicato: le banche italiane sono veramente alla frutta, rischiano di implodere per crisi di liquidità e ciò avrebbe riflessi gravosi sul tessuto economico.
sab 05 novembre 2011 - 08.48
redazione scrive :
Patrimoniale è ormai una parola inservibile nell'opinione pubblica, bisognerà trovarle un nuovo nome perchè comunque qualcosa per abbattere lo stock del debito bisognerà fare.

In questi decenni l'Italia è diventa un paese benestante. Benestante come ricchezza privata a scapito della comunità. Un concetto molto semplice che solo forse il Presidente del Consiglio non ha ancora afferrato con la sua incredulità sui ristoranti e gli aerei pieni.

Siamo diventati benestanti come cittadini e poveri come comunità.

Lo siamo diventati con l'evasione fiscale, l'assistenzialismo, i privilegi, le baby pensioni, le assunzioni facili, le opere inutili e mille altre cose quotidiane che ci hanno arricchiti come singoli e indebitati come comunità.

Se ne viene fuori solo ritrovando il senso della parola "bene comune".

Come ha scritto quella volta il pretino di Barbiana alla famosa professoressa: ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l?avarizia.
sab 05 novembre 2011 - 10.37
Roberto Villella scrive :
Anch'io sono favorevole ad una "patrimoniale". Solo che come al solito, grazie alla classe dirigente che ci troviamo, il rischio (anzi la CERTEZZA) è che anche così facendo non vengano rispettate 2 condizioni fondamentali perchè la patrimoniale abbia senso:
1) Equità, cioè che si vadano a prendere i soldi dove ci sono davvero
2) Il buon utilizzo di quanto "raccolto", e cioè un abbattimento strutturale e non transitorio del debito. E fintanto che non si tagliano una volta per tutte quella marea di spese e sprechi che oggi non ci possiamo più permettere, si otterrà solo una boccata di ossigeno della durata di qualche mese.
sab 05 novembre 2011 - 11.17
Giovanni Campani scrive :
Ma che senso ha cercare ancora di incrementare l'entrate ?
La patrimoniale è un una tantum
è come dare un brodino a un ammalato con la febbre a 40 ... certo male non fa ma non è quello che ci farà guarire
Dobbiamo:
1)tagliare tutte le spese inutili (è facile sono quelle che di cui di solito si dice "si è vero ma non è quello il problema", perché come dice il Crozza ... "ma quante cazzate ci vogliono per fare un problema ?")
2)rendere più efficiente l'amministrazione pubblica per spendere meglio i soldi dei contribuenti e far si che producano ricchezza per molti e non per pochi (meno commissari e più gestione del quotidiano è un buon motto), mi piace anche l'idea che comincia a circolare che ci debba essere un costo standard (benchmark per i tecnici) per i costi delle varie amministrazioni locali.
3)Cambiare la legge elettorale per fare eleggere i rappresentanti direttamente dai cittadini
4)Ridurre i parlamentari a non più di 300 (caspita trovarne 300 bravi non pensate che sia facile... poi 300 è un nome che evoca epopee ... sto scherzando naturalmente, non sulla riduzione però)
5) eliminare i vitalizi per gli amministratori pubblici (tutti) perchè fare il politico non è un mestiere ma un'esperienza di un periodo della propria vita (io penso non dovrebbe durare più di 10 anni, ma vale come per i 300 ... è un numero tanto per dare una soglia)

Mi accorgo solo ora che sto facendo elenchi come Matteo Renzi ed è meglio che mi fermi ...
Ragazzo simpatico il Renzi ma non riesco a togliermi dalla testa la sua partecipazione alla ruota della fortuna e questo mi basta per guardarlo con sospetto e chiedermi "ma De Gasperi o Togliatti ci sarebbero andati alla ruota della fortuna ?" mah.
sab 05 novembre 2011 - 22.13
Roberto Villella scrive :
Sottoscrivo i punti evidenziati da Campani. Una patrimoniale (e "pesante") è quantomai necessaria per ridurre il debito e conseguentemente gli interessi che si pagano sopra. Una patrimoniale di 200 miliardi di euro consentirebbe di pagare successivamente meno interessi per circa 10 miliardi di euro all'anno...che si potrebbero ad esempio destinare a politiche sociali. Peraltro è qualcosa che andando avanti così le cose saremo chiamati a fare da "ordini sovranazionali", quindi forse varrebbe la pena, almeno per una volta, tentare di giocare (anche se questo è tutto fuorchè un gioco) in anticipo.
dom 06 novembre 2011 - 21.15

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