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Sono circa una trentina i vezzanesi che si sono recati fino ad oggi in Comune a firmare un poco conosciuto referendum per l'abolizione della diaria parlamentare che però in Rete ha ottenuto una certa popolarità. Cos'è la diaria ? E' quella parte dello stipendio di un parlamentare per "rimborso delle spese di soggiorno a Roma". Ad oggi corrisponde a circa 3.500 euro al mese (con delle riduzioni in caso di assenza dall'Aula e dalla Commissioni). Chi propone il referendum ? A proporre la raccolta firme per il referendum è un piccolo partito chiamato "Unione Popolare" nato da una scissione dell'UDC di Pierferdinando Casini. Segretaria politica è Maria di Prato. Presidente onorario è stato Mario Tassone, deputato dal 1979 ad oggi (prima nella DC, poi nel PPI, poi nel CCD, poi nella Casa delle Libertà, poi nell'UDC). Tassone è stato anche sottosegretario con Craxi e Fanfani e viceministro con Berlusconi. Uno che di "diaria" insomma se ne dovrebbe intendere. I problemi del referendum contro la diaria I referendum in Italia hanno delle regole ben precise (chiedere agli ormai collaudati Radicali). Per indire un referendum si devono depositare in Cassazione almeno 500.000 firme autenticate di cittadini. Si possono depositare dal 1 gennaio al 30 settembre di ogni anno. Le firme devono essere raccolte al massimo tre mesi prima della presentazione. Una volta decisa l'ammissibilità del quesito, l'anno successivo (obbligatoriamente tra il 15 aprile e il 15 giugno) si può svolgere la votazione. Non si possono però per legge tenere referendum nell'anno in cui ci sono elezioni politiche. Qui (oltre che nel numero delle firme) cominciano i problemi per il referendum contro la "diaria". Se, come è probabile, le elezioni politiche si terranno nella primavera del 2013 non si potrà tenere nessun referendum nello stesso anno. Il primo giorno utile quindi per consegnare le firme diventa il 1 gennaio 2013. Con la regola dei "tre mesi" nessuna firma raccolta prima del 1 ottobre 2012 è valida. L'Unione Popolare insomma dovrebbe ricominciare in autunno a raccogliere adesioni e mandare al macero le sottoscrizioni già effettuate. Se la seconda raccolta firme dovesse andare in porto, la prima data utile per svolgere il referendum sarebbe la primavera del 2014. Anche qui però con un grande punto interrogativo, perchè dalle ultime elezioni devono passare per legge 365 giorni. Se le politiche del 2013 vengono fissate a giugno del 2013, il referendum non si può tenere prima del 2015. Il problema costi/benefici Tra chi contesta l'opportunità del referendum contro la "diaria" c'è chi ne sottolinea il lato economico. L'abolizione della diaria porterebbe ad un risparmio (con il numero di parlamentari attuali) di circa 40 milioni di euro all'anno. Lo svolgimento di un referendum costerebbe (in sole spese dirette) circa 180 milioni di euro. I risparmi comincerebbero quindi dopo circa 5 anni. |
La grande, solita presa per i fondelli....io veramente non ne posso proprio più! Ovunque ti giri c'è sempre qualcosa o qualcuno che ti vuole fregare. BASTAAA! |
cari politici, per rimettere l'imu e balzelli vari, il referendum non lo avete fatto? perchè non vi togliete la diaria senza referendum? |
concordo con te roberto e anche con sonoio...spero che tutti i soldi che guadagnano i politici gli vadano in medicine . |
eppure ad ogni loro comizio o manifestazione c'è sempre tanta gente, come mai? |
concordo con tutti voi, ma perchè non andiamo tutti a firmare per questo referendum invece di commentare, è l'unica soluzione, scommetto chi di voi è andato a depositare questa firma. |
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