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E' in ristrutturazione in queste settimane la canonica di Vezzano. La scorsa settimana la Gazzetta di Reggio ha rievocato la storia dei fantasmi che, si racconta, abiterebbero quelle stanze. E' una vicenda con parecchi decenni alle spalle e che negli anni '80 del secolo scorso approdò anche sulle pagine della cronaca locale. Una storia a suo modo interessante e divertente (in quegli anni qualcuno a Carnevale si vestì da Ghostbuster) che oggi prendiamo a pretesto per pubblicare una foto storica della canonica di Vezzano. I fantasmi saranno gli stessi, Vezzano invece è un po' cambiata. |
La tradizione dei 'vecchi' diceva che il problema della canonica veniva tutto dal fatto che un parroco dell'ottocento aveva ucciso per rabbia il proprio contadino, quando scoprì che costui aveva allungato con acqua il vino da messa prodotto nel fondo parrocchiale. In base alla legge ecclesiastica ciò aveva reso nulle le sue celebrazioni eucaristiche e il parroco, preso dalla disperazione, era arrivato all'insano gesto. La gente aveva taciuto pur essendo venuta piano piano a conoscenza degli eventi. Questa impunità umana acquisita fu considerata dal parroco, persona molto semplice, come segno di assoluzione dal peccato e pertanto non si era mai confessato di questa colpa. In realtà il demonio lo aveva allettato e fin da subito, per ribadire la nullità delle sue eucarestie, si era insediato proprio dentro al tabernacolo: si raccontava che quando l'infelice celebrava la santa messa, si sentissero risate e suoni paurosi, tanto che il povero sacerdote, schiacciato sempre più in cuor suo dalla colpa, dalla vergogna e dal rimorso deperì in poco tempo e morì. Il demonio non sapeva che il poveretto aveva dedicato le sue sofferenze invocando il perdono della sua colpa al buon Dio e alla sua morte lo aspettò all'inferno. Ma la misericordia di Dio aveva raggiunto il povero parroco che, nonostante la sua colpa, in punto di morte aveva guadagnato la salvezza eterna. Ma Iddio è anche giusto, oltre che misericordioso ed il parroco, evitando l’inferno, era andato in purgatorio condannato a portar da bere ogni giorno al cavallo di San Martino fresca acqua del Crostolo, ovunque questo santo si recasse in Europa dove era venerato. Era proprio stato il santo patrono a fargli da avvocato al tribunale finale ed ad intercedere per il parroco vezzanese. Il motivo della estrema difesa di San Martino era stato per il motivo che, omicidio a parte ( si fa per dire ) il parroco, in tutta la sua vita, era stata persona generosa con tutti , specie coi suoi contadini, con cui aveva diviso la sua povertà e proprio per questo umanamente non aveva sopportato il sacrilegio del vino eucaristico da parte del suo protetto. Il diavolo, felice di aver trasformato la bontà del prete in peccato mortale, lo aspettava all’inferno per vantarsi coi suoi diavoli accoliti . Non vedendo arrivare il don all’inferno ma certo della sua conquista, pensò che si fosse nascosto in qualche angolo della canonica e quando passava, (spesso si diceva) dalle parti del cimitero per prendere le sue vittime e prede, ne approfittava anche per cercare il parroco: da qui il fracasso e i rumori e altro nel tentativo di stanarlo. Il diavolo è cocciuto e sembra ci abbia messo molto tempo ad immaginare il vero accaduto; altri dicevano che a Vezzano e dintorni aveva raccolto tanto successo da lasciar perdere un po’ alla volta il poveretto, certo che prima o poi sarebbe arrivato all’ovile. Questo è quello che si raccontava negli anni 50 quando noi ragazzi bazzicavamo a frotte nelle stanze della parrocchia adibite ad oratorio e nel campo sportivo ‘dal pret’. Un'estate di quegli anni però, venne alla parrocchia di Vezzano, in aiuto al parroco Don Tosi, un giovane sacerdote andino, un sudamericano simpaticissimo . Questo sacerdote, aveva doti particolari e ridendo e scherzando, a chi di noi lo voleva, ‘leggeva la mano ’ ed era in grado di ricordare episodi della vita passata e futura e del carattere di noi ragazzi: un vero sciamano. Tra questo sacerdote dalle forti doti spirituali e il demonio, che forse bighellonava ancora nelle sue ultime scorribande in parrocchia, avvennero sicuramente scontri paurosi e violenti, come cane e gatto. Il sacerdote infatti cambiò d’umore finchè ad alcuni di noi confessò pubblicamente che erano diverse notti che non riusciva più a prendere sonno a causa di improvvisi terribili rumori infernali e non vedeva l’ora che Don Tosi tornasse dalle sue brevi vacanze in montagna per potersene andarsene via lontano da Vezzano. Ma questa è un’altra storia che purtroppo è vera.. |
Bellissima storia, non la conoscevo. Anche io ho frequentato Don Tosi, persona stupenda, ma non ho percepito i turbamenti che incontrò in parrocchia. Credevo che le storie di spiriti si riferissero ai fuochi fatui che in estate si sprigionavani dentro il cimitero, io ci sono stato a mezzanotte e lo ho visti.Erano gli anni fine-cinquanta. |
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