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Dopo alcuni giorni di caldo estivo, con ricadute positive in particolare sulle conversazioni occasionali che dalle condizioni meteo traggono sempre grandi spunti, le temperature si stanno abbassando sui valori medi di stagione (è pur sempre luglio). I primi effetti si sono visti anche da Vezzano. Il cambio di circolazione con aria più fredda dal Nord Atlantico ha portato instabilità e temporali sul nord italia, con molta attività elettrica. Niente precipitazioni significative in vista e quindi nelle foto di oggi spazio a due elementi tipici dell'estate emilian-vezzanese: balle e fulmini. |
Qualche settimana fa, a fine maggio, sui giornali locali scoppiò "il caso della pineta di Vezzano" ovvero della stato di salute degli alberi e dell'intera area. Ricordate ? Qualche giorno dopo, il 1 giugno, la giunta comunale di Vezzano ha approvato un accordo con la Provincia di Reggio per poter partecipare ad un bando della Regione per acquisire dei fondi per l'area dell'Ecoparco. Il bando, che aveva scadenza 7 giugno, riguarda i fondi che vengono stanziati nel "Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020" ed in particolare per la voce che interessa la "prevenzione delle foreste danneggiate" (5,5 milioni di euro totali) Sono fondi in maggior parte provenienti dall'Europa che possono finanziare singoli interventi compresi tra i 50.000 e 150.000 euro (ma possono essere finanziati più progetti dello stesso soggetto). E i tempi ? In teoria entro l'autunno si conoscerà l'esito del bando e se la vecchia pineta di Vezzano potrà ricevere un po' di finanziamenti. |
Sabato scorso in un teatro Manzoni non particolarmente affollato è andato in scena il convegno "Il segreto della montagna di gesso" dedicato alla situazione dell'area delle cave del gesso di Vezzano. E' stato un momento per fare il punto della situazione con tecnici e addetti ai lavori sullo "stato dei luoghi" e per immaginare (più che programmare) un futuro per un pezzo importante del territorio vezzanese. In estrema sintesi e per punti: - gli studi dell'Università di Torino escludono quasi certamente l'esistenza di un "quinto livello", ovvero di una galleria sotto la statale 63 che dirige verso il Crostolo. - l'area delle cave peggiora di anno in anno a vista d'occhio, con crolli e sprofondamenti. - il solo mettere in sicurezza l'area (al di là di una semplice recinzione) ha costi molto alti e non si sa bene chi li debba sostenere. - le escavazioni sono terminate, ma l'area rimane privata e con proprietà in conflitto più o meno velato con gli enti pubblici. - il progetto (contenuto in una tesi di laurea) di una "casa della musica" nella zona delle cave è molto bello ma anche molto effimero. Insomma dopo molto tempo (le attività di estrazione si sono concluse quasi vent'anni fa) l'area delle vecchie cave del gesso di Vezzano rimane in una situazione d'impasse. Se resterà una specie di grande buco nero con un paese intorno o diventerà una bella risorsa per il nostro territorio solo il tempo lo dirà. Molto tempo. Ci aggiorniamo tra dieci anni. |
"Il segreto della montagna di gesso" è questo il titolo del convegno organizzato sabato 4 giugno dalle ore 9.30 al teatro Manzoni di Vezzano. Si parlerà ovviamente del Monte del Gesso e delle relative cave attraverso le conclusioni di uno studio che è stato commissionato da Regione, Provincia e Comune all'Università di Torino a partire dal 2007 e che è costato in totale 130.000 euro. Al convegno, aperto a tutti, interverranno tecnici ed esperti dei vari enti coinvolti. L'attività di estrazione del gesso, prima artigianale e poi industriale, ha caratterizzato Vezzano fino agli anni novanta del novecento. Nei decenni ha portato lavoro ma, una volta terminata "la coltivazione", sono arrivati i problemi di ripristino dell'area. Lo studio commissionato ha avuto anche il compito di determinare il reale sviluppo delle cave e la loro pericolosità attuale. In un testo di qualche anno fa (di cui abbiamo parlato nel 2007) lo sviluppo totale delle gallerie veniva stimato in quasi 4 chilometri. Come una unica grande galleria che unisse Puianello e Vezzano. Le gallerie, del diametro medio di 8-10 metri, si sviluppano in ben 15 livelli alcuni dei quali sotterranei e parzialmente o completamente allagati. |
Nell'ultimo consiglio comunale il consigliere di opposizione Luca Mulè del gruppo "Insieme per Cambiare" ha presentato una mozione sul tema del lupo. La mozione richiama un documento su cui sono state raccolte circa 1.600 firme di cittadini reggiani, di cui secondo i proponenti circa il 30-40% di Vezzano. Il documento denuncia "la presenza sempre maggiore di lupi nei centri abitati, sia di giorno che di notte" e "una situazione diventata ormai insostenibile". Si sottolineano poi alcuni episodi di cronaca, come l'uccisione di alcuni animali domestici e il timore per attacchi all'uomo. La mozione propone al Comune alcune iniziative: |
Per gli edicolanti reggiani D.G. è una mezza leggenda. Del resto quelli che vendono i giornali rappresentano normalmente il 50% di pubblico di quello spazio nostalgico e vintage che i quotidiani, in perenne crisi, usano per riempire una mezza pagina abbondante tutti i giorni: le lettere al direttore. Spazio che sa regalare, a volte, grandi esperienze letterarie. E D.G. è una specie di scrittore seriale di lettere ai giornali. Osserva e scrive. Dalla buca all'albero, dal paesaggio all'opera incompiuta. Domenica mentre pedalava su e giù dalle colline vezzanesi ha notato che la zona dell'EcoParco è messa male, con la pineta che va pian piano estinguendosi. E ha scritto. Non a un giornale, a tutti. Così ieri locandine e siti internet dei quotidiani locali parlavano all'unisono della morte della Pineta di Vezzano. Ovviamente nessuno ha risposto a D.G. l'hanno pubblicato e stop. Poi oggi magari pubblicheranno il parere dell'esperto botanico e la spiegazione dell'ente locale. In verità bastava un veloce passaggio sul sito dell'Ecoparco per capire come stavano le cose, non da oggi, ma da parecchio tempo: "All’inizio del secolo scorso l’area dell’odierno Parco era decisamente un paesaggio deserto e dissestato, soggetto a frane periodiche, che impedivano qualsiasi tipo di coltivazione e causavano l’interruzione della strada statale 63. Fu il Corpo Forestale dello Stato ad affrontare per primo il problema dando seguito ad interventi di piantumazione che, dall’inizio del 1900 fino agli anni ‘50, hanno interessato il futuro Parco. Da allora il terreno si sta lentamente trasformando, permettendo un reinserimento spontaneo di essenze locali. Punto di arrivo del piano intrapreso sarà la completa sostituzione della pineta con vegetazione autoctona, ricorrendo a diradamenti e tagli selettivi che incentivino il ritorno al tipico bosco di latifoglie della prima collina reggiana". Su queste pagine poi in questi anni abbiamo raccontato le vicissitudini di un'altra parte di pineta vezzanese, del tentativo di salvarla dalla Processionaria con quasi cinquemila colpi di fucile. Detto questo, da queste parti si spera con D.G. continui a scrivere un sacco di lettere ai giornali. La speranza è che qualche volta i giornali assolvano al loro compito di informare, rispondendo. Anche solo con un giro sulla prima pagina dei risultati di Google. |
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silvio filiaggi commenta: Caro Mattia, avendo contribuito, credo, a "un pezzetto di questa tua leggi tutto...
Franco Stazzoni commenta: Caro Mattia, quello che penso ce lo siamo detti in privato come era giusto leggi tutto...
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