Vezzano.net: A proposito di P.S.C.
lun 24 ottobre 2011 - Autore : giancarlo
E? da accogliere con grande soddisfazione l?orientamento del P.S.C. proposto dal Comune di Vezzano s/C; come a Cassinetta di Lugagnano un ridotto consumo di territorio agricolo. Un orientamento che, al contrario, se avesse perpetrato ulteriore consumo non sarebbe stato accettabile dal buon senso comune.
A suffragio di questa affermazione si devono premettere le ragioni dettate dall?evidenza dei fatti.
1) Il comune di Reggio E. dal 1998 al 2002 è stato in testa alla classifica nazionale di ?edificazione? con la media di otto edifici nuovi su cento esistenti per ognuno di questi cinque anni. Risultato: nel comune di Reggio i professionisti del settore stimano, ad oggi, ottomila appartamenti invenduti. I comuni dei dintorni del capoluogo hanno seguito, chi più chi meno, questo andazzo. Anche a Vezzano abbiamo fatto la nostra parte (a conferma si guardino le offerte di nuove costruzioni sui vari giornali specializzati del settore).
2) E? arcinoto che l?economia reggiana risente della grave crisi che attanaglia tutti. Se non ci sono prospettive di crescita le aziende non investono e, come risultato a breve termine, comprimono l?occupazione (si guardino i report della Camera di Commercio locale, saldo negativo del numero di aziende chiuse e aziende di nuova iscrizione, numero di cassa-integrati, numero di occupati in calo). Risultato: se le aziende non assumono si contrae anche la richiesta di alloggi, per effetto della minor immigrazione nel nostro territorio.
3) Se si analizza l?età di chi sottoscrive contratti di compravendite immobiliari si evince che fino a cinquantaquattro anni sono in maggior numero le persone che acquistano casa, oltre questa età la tendenza si inverte ed il numero di chi vende casa supera il numero di chi acquista casa. Nel nostro comune le persone over sessanta sono il 28,5% del totale degli abitanti, tendenti ad una costante crescita negli anni a venire. Inoltre si tenga ben presente che il numero degli over ottanta è di 295 persone su 4270 residenti nel nostro comune alla data del 1/1/2011 (si veda il sito della Regione E.R.: statistica-popolazione residente per sesso e classi di età)(Nota di colore: se proprio si vuole vivere più a lungo conviene andare in provincia di Siena. Record nazionale di over 80: 8,4% del totale dei residenti. Nelle colline senesi si respira aria buona!) . Abbiamo dunque un 6,9% dei nostri concittadini ultraottantenni. La stima è spannometrica ma se dico che nel volgere di dieci-quindici anni (ed anche meno) si libereranno circa 150 abitazioni non vado lontano dalla verità; possiamo anche ipotizzare un numero maggiore perché molto spesso chi ha più di ottanta anni è solo ed i figli non necessitano dell?abitazione dei genitori, in quanto risultano, a loro volta, possessori di un alloggio e, alla morte di questi anziani , questi immobili finiscono nel circuito delle vendite.
4) Scelta obbligata anche dal fatto che la tutela della vecchiaia, per la maggior parte dei vezzanesi (ma non solo loro), deriva dal possesso della casa. Se ascoltate molti anziani vi diranno ?che per pagare la retta della badante o della casa di cura, nel caso in cui nessuno pensi a me, male che vada, venderò la casa?. Va bene vendere casa, ma se i Comuni attuano una politica edilizia scriteriata, il valore immobiliare precipita e la retta per il ricovero va in malora. Dunque se i Comuni vorranno aiutare la fascia più debole della popolazione dovranno compiere scelte molto ponderate, privilegiando il recupero degli edifici esistenti.
5) Durante la stesura di un vecchio P.R.G. (anni '86-'87) discutendo con l?ing. Venturi, il geom. Bruno Olivi e l?arch. Guido Tassoni, alla mie osservazioni venne risposto che ?ma, in fondo, il territorio di Vezzano è urbanizzato solamente per il 4% del totale. ?Ma grazie, possiamo anche aumentare la quota, però dobbiamo costruire su Monteduro, nei letti del Crostolo e della Campola!? risposi io. Volevo dire che il territorio nostro è quello che tutti possono vedere ed aumentare la ?pressione abitativa? comporta dei rischi notevoli di stabilità dei terreni, di esondabilità delle acque, insomma, per farla breve, si rischia sulla qualità della vita.

Serge Latouche nel suo libro ?La decrescita felice? utilizza un esempio che fa al caso nostro; la ninfea, fiore che cresce nello specchio d?acqua dei laghi, ogni anno raddoppia la sua superficie. Nel caso impieghi trent?anni per colonizzare uno specchio d?acqua, ancora nel ventinovesimo anno, un anno prima della copertura totale, non avremo la percezione che l?opera si sta per completare, perché vedremo il lago ancora libero per metà della sua estensione. Solo negli ultimi giorni dell?ultimo anno, vedendo l?accelerazione esponenziale dell?acqua coperta ce ne renderemo conto, ma nel caso volessimo opporci, sarà troppo tardi. Ogni nostro tentativo sarà vano, la pianta completerà la sua opera.

La stessa cosa avviene con le concessioni di nuove aree edificabili: come per la ninfea il limite va posto prima di perderne il controllo.


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