Vezzano.net: blogTheshire
lun 16 marzo 2009 - Autore : paolofrancia
Grazie Sassi, perchè hai fatto correre un bel rischio ai gerarchi del PD e gli hai fatto venire una fifa blu.

Grazie per il coraggio che hai mostrato, cercando di cambiare dall'interno la mentalità di un partito vecchio e ottuso, incapace di rinnovarsi e di fare un degna autocritica nonostante le batoste patite a livello nazionale.

Grazie e complimenti perchè da solo hai conteso il risultato agli Stati Maggiori, che per l'occasione sono tornati a sciorinare tutte le tattiche in loro possesso ed a rinverdire le reti di relazioni costituite nei decenni, utilizzate in passato in nome della contrapposizione tra sezione e campanile ed oggi allo scopo di difendere lo status quo.

Grazie ma Vezzano non è ancora pronto. Però c'e' mancato poco.

Alla fine ha esultato chi ha portato a votare uno stuolo di pensionati ancora instancabilmente disposti a concedere la loro fiducia in bianco a chi li chiama solo quando devono segnare una crocetta su una scheda.
Un tempo lo si faceva in nome di ideali tramandati in famiglia, spinti dalla paura di quello che c'era dall'altra parte. Oggi perche' ?
M'indigna questa perseveranza nello sfruttare l'altrui disponibilita'. Ma anche a voi che continuate a dire di si', un dubbio sul fatto che forse ai vostri figli e nipoti non fate un gran favore non viene mai ?

E a chi crede e tiene davvero a questo PD non viene il sospetto che se si va avanti cosi' si continua a percorrere la strada verso la fine ?
Non esiste un ricambio generazionale non perche' i giovani siano disinteressati, ma perche' per attrarli occorre ascoltarli, accettando anche di fare alcuni passi indietro per lasciargli spazio e sostenerli.
Se si aspettano e si cercano solo volti nuovi che dicano cose vecchie, che siano gli alter ego di chi c'e' gia' e non vuole mollare le proprie prerogative allora il ricambio non ci sara' mai.

Si e' gia' iniziato a dire che molti voti andati a Sassi sono venuti da destra. Mi chiedo: perche' contro Bigi le altre liste avranno minori possibilita' di vincere ?
Ormai l'attaccamento alla politichetta dei soliti noti coinvolge non piu' di 400 persone anche a Vezzano. E c'e' mancato poco che anche l'elettorato piu' affezionato desse loro contro.

Queste Primarie del tutti contro uno sono state un nuovo spot della miopia di fronte a spinte innovative di un PD ancora pronto a giocare sporco, dapprima premendo su Sassi perche' ritirasse la candidaura perche' rompeva le uova nel paniere, poi pilotando le altre candidature presumibilmente rinverdendo la vecchia e sempre utile logica della ripartizione dei posti.

Mi duole principalmente l'autolesionismo dell'anima di sinistra del PD, ormai inglobata per osmosi in quella cattolica. Mi sembra che per sopravvivere abbia rinunziato ad avere una dignita' propria, preferendo appiattirsi su personalita' forti dell'altra banda piuttosto che rischiare di dar spazio a possibili contributi critici. Avete ancora la fiducia della maggioranza relativa dei vezzanesi, ma non avete niente da dirgli !

Chiudo questo lungo soliloquio facendo un breve cenno al sig. Bigi, su cui ho sentito diverse opinioni positive. Ai miei occhi ha solo un torto: quello di portare la bandiera dell'invariantismo a Vezzano che gli hanno passato coloro che lo hanno convocato. Mo lo giudicheremo sul campo e senza pregiudizio se diventera' il nuovo sindaco.

Un topo della cloaca da Vezzano.net, come l'ha definita un illustre esponente della politica vezzanese.
ven 06 aprile 2007 - Autore : paolofrancia
PROGRAMMA DI SOSTEGNO EDUCATIVO PER BAMBINI COLPITI DALLO TSUNAMI (PROGETTO N. 2060/ B)
LOCALITA?: VELANKANNI ? DISTRETTO DI NAGAPATTINAM ? TAMIL NADU ? INDIA
RESPONSABILE: PEACE TRUST
DURATA DEL PROGETTO: APRILE 2005 ? MARZO 2007

Relazione intermedia

E? ormai trascorso più di un anno dalla disastrosa onda che ha colpito le coste del Sud Est Asiatico provocando la morte di migliaia di persone e la distruzione di case, barche e reti di milioni di altre. Peace Trust è stata una delle ONG che da subito sono intervenute sul campo per fornire gli aiuti necessari ai sopravvissuti nel Distretto di Nagapattinam, Stato del Tamil Nadu, una delle zone costiere che ha subìto le maggiori perdite sia in termini di vite umane sia in termini di beni materiali (case distrutte, barche, reti e animali spazzati via dalle onde).
A differenza della grande quantità di aiuti, che si è rivelata essere solo temporanea, Peace Trust ha avviato un progetto di lungo periodo per sostenere il percorso educativo dei bambini. A soffrire maggiormente, infatti, della situazione creatasi sono stati, senza dubbio, le donne e i bambini, molti dei quali, separati dalle loro famiglie d?origine, sono stati accuditi da famiglie allargate.
La situazione di disperazione e di confusione che si era creata dopo lo Tsunami nei villaggi costieri è stata particolarmente favorevole ad un aumento delle migrazioni e degli abusi compiuti soprattutto a discapito dei minori (traffico, sfruttamento), i quali rimasti in molti casi orfani o con genitori che avevano perso tutti i loro averi, avevano scarse probabilità di poter continuare a frequentare la scuola. Per cercare di ovviare a questi fenomeni, Peace Trust ha avviato la costruzione di un centro di riabilitazione per i bambini colpiti da questa tragedia nel villaggio di Velankanni, Distretto di Nagapattinam, nel quale si prevede di fornire supporto all?educazione, cure sanitarie, di promuovere l?interazione tra i bambini, di incoraggiare attività sportive e culturali, e di favorire l?inserimento lavorativo dei ragazzi più grandi.

Attività realizzate
In merito alla costruzione del Centro di Riabilitazione per ospitare i bambini, nella primavera 2005 si è proceduto ad identificare l?appezzamento di terra sul quale poterlo costruire.
Alla fine del mese di agosto è iniziata la costruzione vera e propria del Centro, composto da 16 stanze, disposte su due piani, con 8 stanze per piano per i bambini che saranno ospitati stabilmente nel Centro. Al piano terra sono anche state ricavate una stanza per il custode, una per ospitare il telefono ed un computer con postazione Internet ed una per accogliere i visitatori; in entrambi i piani sono presenti bagni comuni. All?esterno sono anche stati costruiti una cucina ed un magazzino per conservare tutti i generi di drogheria necessari per cucinare e per garantire che i bambini ricevano i pasti regolarmente. Si prevede anche di costruire all?esterno una tettoia sotto la quale i bambini potranno mangiare. Tutto il terreno, inoltre, è stato recintato con pietre e filo spinato.
I lavori di muratura al piano terra ed al primo piano sono stati completati, mentre solo al piano terra le pareti sono state finora totalmente intonacate. Contemporaneamente si sono eseguiti lavori di falegnameria, come ad esempio fissare gli stipiti delle porte e gli infissi delle finestre. Si sta procedendo celermente nei rimanenti lavori di carpenteria, imbiancatura, idraulica e relativi al sistema elettrico per fare in modo che siano completati per la fine del mese di maggio 2006.

Beneficiari
Nel corso del 2005 si è proceduto, in fasi successive, ad identificare i bambini che avrebbero potuto partecipare alle attività organizzate nel Centro. Alla fine del mese di dicembre si è giunti all?individuazione, attraverso un questionario sulle condizioni economiche e sociali, di 71 bambini, tutti provenienti dal Distretto di Nagapattinam ed in particolare dalle zone costiere colpite dallo Tsunami, grazie all?aiuto di alcuni volontari. Di questi, 50 risiederanno stabilmente nel Centro, mentre i restanti 21 parteciperanno solo alle attività diurne e torneranno nelle proprie case alla sera. Peace Trust ha adottato dei criteri di selezione in base ai quali sono stati individuati, tra tutti i bambini presenti, quelli che vivevano nelle situazioni peggiori:
bambini orfani che hanno perso entrambi i genitori;
bambini che hanno perso un genitore;
bambini figli di vedove;
bambini appartenenti a famiglie che hanno perso la propria terra;
bambini appartenenti a famiglie che hanno perso la loro piccola attività di sostentamento economico;
bambini appartenenti a famiglie molto povere;
bambini che in seguito al trauma subito presentano dei problemi a livello psicologico.

Molti dei bambini individuati come beneficiari delle attività del Centro erano al punto di abbandonare i loro studi a causa delle gravi condizioni economiche in seguito allo Tsunami. Inoltre, la maggior parte dei materiali scolastici sono stati portati via dall?onda e le famiglie superstiti non sono state in grado di riacquistarli. Per questo motivo si è deciso di destinare ad alcuni dei bambini un contributo all?educazione sotto forma di quaderni, zaini, pagamento delle tasse scolastiche, per permettere loro di continuare a studiare.
Grazie alle azioni di advocacy e di lobbying condotte a vari livelli, la popolazione in generale ed in particolare i bambini hanno ottenuto maggiore supporto dall?esterno e sono stati motivati a vivere utilizzando le risorse a disposizione. Hanno contribuito al formarsi di uno scenario positivo tra la popolazione.
Soprattutto le azioni di advocacy, organizzate frequentemente con i leader delle comunità di villaggio e con altre persone, hanno aiutato la comunità intera ad accrescere la fiducia nel proprio futuro e in quello dei propri figli. Inoltre, hanno aiutato i bambini colpiti dallo Tsunami a vedere tutelati i propri diritti, a vivere un?infanzia più serena e ad avere accesso all?educazione.

Le seguenti attività saranno realizzate, invece, dopo l?inaugurazione del Centro:
campi motivazionali
corsi di recupero
programmi di intrattenimento
attività di coscientizzazione per opportunità vocazionali
assistenza medica

Risorse umane e mezzi utilizzati
Tutto il personale previsto dal progetto (coordinatore del Centro di Riabilitazione, insegnanti, cuoco, assistente per i bambini, operatore sanitario) sarà assunto a partire dall?inizio del nuovo anno scolastico, nel mese di giugno 2006.
Sono stati acquistati due computer, necessari per monitorare i dati raccolti e per controllare in modo costante le spese, ed una moto che sarà utilizzata per effettuare le visite nei villaggi.
Nel prossimo mese di maggio saranno acquistati materiali per le attività di svago, le vettovaglie per la cucina e le biciclette per i bambini.

Difficoltà incontrate durante il primo anno di progetto
Durante i mesi di ottobre e novembre i lavori sono stati più volte ostacolati dai frequenti e copiosi cicloni che hanno interessato il Distretto provocando allagamenti un po? ovunque, anche nell?accampamento in cui si trovava la popolazione di Velankanni, costretta a spostarsi in una zona più sicura; questi spostamenti hanno causato un ritardo nell?implementazione del progetto. Questi cicloni hanno devastato diverse zone del Tamil Nadu causando gravi danni economici; anche numerose strade e ponti sono stati impraticabili. Gli sforzi congiunti delle autorità locali e delle organizzazioni umanitarie ha consentito il ritorno ad una situazione normale in tempi abbastanza rapidi.
Inoltre, il tipo di terreno sul luogo della costruzione è un terreno smosso, non compatto; il trasporto dei materiali e della manodopera necessaria sono stati più volte disturbati da questo fatto, anche non durante la stagione delle piogge. Per questo motivo, sono state costruite delle strade temporanee con dei detriti riportati per consentire un accesso meno problematico agli automezzi. Per evitare che in futuro si ripetano fenomeni di stagnazione dell?acqua è anche stata posta della sabbia intorno all?edificio.
Durante i lavori si è presentato, poi, un problema relativo all?acqua della zona, che aveva dei valori di salinità così elevati che non è stato possibile utilizzarla, ma si è dovuto procedere all?acquisto di acqua da un?altra zona, fatto che ha ulteriormente rallentato la costruzione.





mer 25 ottobre 2006 - Autore : paolofrancia
Pochi giorni fa' parlavo con un amico il quale mi ha detto di aver trovato casa fuori Vezzano, in un paese limitrofo. Niente di eccezionale; anche io l'ho fatto. Tuttavia un particolare mi ha dato molto da pensare: lui non voleva andare via da Vezzano; anzi aveva pure trovato casa, fatto compromesso con l'impresa costruttice e progettato la sua nuova vita nel nostro paese. Sennonchè per mesi il progetto per l'immobile in questione è rimasto fermo c/o l'Ufficio Tecnico (almeno è questa la tesi dei promessi venditori) e visto che pare a Vezzano sia attualmente impossibile sapere in tempi tollerabili se e quando un intervento si possa fare, con ottenimento delle relative autorizzazioni, non ha potuto fare altro che ?guardare oltre confine?.

Per me questa e' stata una sberla bella grossa ! Come amministratore, seppur di poco peso (almeno politico), questa e' una sconfitta.

Tempo fa' mi esposi per difendere l'Ufficio Tecnico. Oggi so di difficolta' legate a defezioni nel personale. Tuttavia se non riusciamo nemmeno a trattatenere a Vezzano le persone che sono nate qui' e ci vorrebbero rimanere credo che dobbiamo tutti metterci in discussione.

Ho gia' scritto che il problema Ufficio Tecnico a Vezzano non e' nato ora, ne' si puo' risolvere con facilita' e in tempi brevi. Tuttavia poiche' questo e' l'Ufficio con il quale la cittadinanza ha la necessita' di confrontarsi per i problemi piu' delicati e sentiti, legati alla casa ed alla situazione abitativa, ritengo che sia tempo di pretendere di piu' e, dunque, di dare anche maggiori strumenti e risorse se cio' fosse necessario.

Purtroppo conosco poco il settore e confesso di non avere idee illuminati per trovare la quadratura del cerchio. Ma se qualcuno le avesse sarebbe opportuno che le condividesse con l'Amministrazione.

A me viene da pensare che forse e' tempo di privilegiare l'edilizia privata anche a costo di sospendere i piu' ambiziosi ma anche impegnativi progetti pubblici...





Paolo Francia
mer 07 dicembre 2005 - Autore : paolofrancia
Avanti! Tutti su quel treno!
L'altra notte sono tornati in azione i ?manganellatori?. Pericolose vecchiette di 80 anni sono finite all'ospedale. Ma almeno è andata meglio di quanto capitò a Reggio nel 1960.
La democrazia è salva! Stermineremo le tribù indiane che si oppongono al progresso e il ?cavallo di ferro? fischierà inni di libertà nelle vallate piemontesi.
Il treno che da Lione andrà chissà dove impiegherà mezz'ora in meno (vacca...).
Da italiano progressista mi sento orgoglioso: non andrò in serie C e riuscirò così a sconfiggere e far dimenticare al mondo la mafia, la camorra, la n'drangheta, la corruzione a tutti i livelli, la povertà e l'emarginazione. Continuerà a passare sotto silenzio la nostra ritrosia bigotta a riconoscere il diritto di morire con dignità in nome del dovere di vivere a tutti i costi. Nessuno si sorprenderà o cercherà di rivoltarsi contro l'omertà diffusa e contro il silenzio della gente comune, dovuto al fatto che non abbiamo i soldi per pagarci un avvocato o non vogliamo impelagarci in cause destinate a durare decenni, fino ad arrivare all'immancabile prescrizione.
Ma viviamo costantemente dentro un ?Reality Show?: da una parte le facce senza sonoro di Bertinotti, D'Alema, Prodi, Pecoraro, Rutelli, Casini, Berlusconi, Fini, Bossi, Bondi (par condicio...); dall'altra dieci volti a caso dei manifestanti piemontesi.
Allora poniamo la domanda fatidica: ?chi volete nominare??, ?chi deve lasciare (il gioco o l'isola, si intende)??. Via con il televoto.
William Francia
sab 19 marzo 2005 - Autore : paolofrancia
Ricollegandomi a quanto scritto in precedenza completo il quadro di misure che vorrei fossero adottate almeno per lenire il problema traffico sulla SS63, puntando su altre 2 scelte di fondo a mio modo di vedere indispensabili e da adottare unitamente all?installazione dei semafori:

1. Potenziamento del presidio della Polizia Municipale con applicazione rigorosa delle norme del codice stradale.
Ho sentito il comandante della Polizia Municipale snocciolare orgoglioso i dati su sinistri ed infortuni/decessi sulle nostre strade, in diminuzione negli ultimi anni. Questo e? indubbiamente il risultato del presidio fatto dalle forze dell?ordine, che spero vivamente non sia attenuato.
I semafori da soli fanno poco. Occorre un controllo costante del traffico soprattutto nei centri abitati dove, se possibile, va ulteriormente incrementato. E auspico senz?altro che si torni a far rispettare anche le regole sulle soste, nonche? sui servizi relativi ai cortei funebri ed affini, ultimamente non sempre presidiati in maniera adeguata. Anche un regime di rigore nell?applicazione del codice della strada e? funzionale alla tutela di una cittadinanza che vive sulla strada.

2. Sistemazione e promozione della viabilita? alternativa alla SS63.
Come nel caso del punto 1 anche questa soluzione non e? certo originale, ma tratta dagli impegni assunti dal sindaco, che condivido. Penso in primis alla necessita? d?intervenire sulla via della Vendina. Ritengo che per decongestionare la SS63 sarebbe quanto meno utile permettere a tutti coloro i quali abitano al di la? del Crostolo, nell?area di maggior espansione urbanistica del paese negli ultimi anni, di potersi dirigere verso Reggio senza immettersi sulla SS63. Ampliando la sede stradale e mettendola in sicurezza si agevolerebbero tutti gli abitanti della zona riducendo l?immissione su uno dei crocevia piu? pericolosi della statale.

Quest?ultimo rilievo sulla zona Vendina mi induce a questo punto a fare un appunto conclusivo ritornando al tema centrale: la tangenziale a Vezzano. Mi chiedo: se sara? fatta, dove verra? realizzata?
Allo stato attuale abbiamo 2 alternative ed io non ho ne? le competenze, ne? la fantasia per individuarne altre: o in galleria sotto il monte del gesso, o lungo l?alveo del Crostolo, nella parte est, verso Albinea.
Orbene la seconda strada e? quella senz?altro piu? realisticamente percorribile, se non altro per i costi molto inferiori rispetto all?altra. Ne? fatico a pensare che l?invito del sen. Giovanelli a tener conto di possibili percorsi della futura tangenziale in sede di definizione del PSC sara? colto con specifico riferimento a questa soluzione.
Tuttavia io ritengo che una scelta siffatta probabilmente gia? adesso non possa piu? essere assunta. Nel momento in cui si e? deciso che lo sviluppo di Vezzano dovesse essere in quell?area credo la si sia, forse inconsapevolmente, esclusa come possibile sede d?una futura tangenziale.
Sarebbe stolto realizzare una tangenziale non per risolvere il problema del traffico a Vezzano, ma semplicemente per trasferirlo dal centro storico a quello che potrebbe diventare il centro futuro del paese. Non si puo? pensare, a mio avviso, di depauperare l?alveo del Crostolo con viadotti o di far passare un?arteria ad alta percorrenza nelle vicinanze di un?area densamente abitata, men che meno nei pressi del futuro polo scolastico.
Percio? non resta che una soluzione: quella del passaggio in galleria, con i tempi probabilmente lunghissimi, che richiedera?.
Tuttavia penso che grazie alla sistemazione dei semafori, al controllo capillare e rigoroso del traffico ed all?apertura di qualche via alternativa:
a) chi vive sulla SS63 sara? un po? meno disturbato dal traffico;
b) molti di quelli che percorrono la SS63 inizieranno a pensare seriamente a qualche via alternativa; in particolare chi scende dalla montagna valutera? se prendere la fondo valle per andare a Reggio e tornare a casa, lasciando il tratto di Vezzano ai soli abitanti di Casina e limitrofi, oltre ai locali;
c) avremo creato un tale malcontento tra chi percorre la SS63 che saranno gli altri a chiedere che sia realizzata una tangenziale a Vezzano.
mar 15 marzo 2005 - Autore : paolofrancia
Il mio primo intervento ha dato il la ad alcuni divagazioni sul tema molto colorite. Tuttavia a me in questa sede interessa solo parlare della SS63 e quindi, nella speranza di non far parte dei propugnatori di Tavor di cui parla Lorenzo, ora mi soffermero? su quello che, a mio dire, si potrebbe fare fin d?ora per migliorare la situazione, senza attendere l?agognata tangenziale. Certo non sono tanto presuntuoso da pensare di avere l?idea risolutiva. Suggerisco soltanto alcune misure, nemmeno troppo originali, che ritengo potrebbero sortire un qualche effetto, restando aperto ad ogni tipo d?obiezione.

I semafori. Nell?ultimo Consiglio Comunale, in sede di bilancio, abbiamo previsto ed approvato l?acquisto di semafori da porre sulla SS63. Nel recente incontro con la cittadinanza sul tema, il sindaco correttamente ha dichiarato che per l?installazione degli stessi occorrera? peraltro attendere le risposte da parte degli organi competenti, poiche? decidere di fermare il traffico su una Strada Statale non e? affare del solo Comune di Vezzano; inoltre non e? ancora stata decisa l?ubicazione dei semafori. Il vicesindaco ha altresi? precisato che si trattera? di semafori a chiamata.

Il sottoscritto e? assolutamente favorevole alla soluzione semafori. Sul fatto che debbano essere semafori a chiamata, ovvero che passino al rosso solo quando un pedone schiaccia l?apposito pulsante, sono invece fermamente contrario! Anzi mi arrabbierei se una decisione di questo tipo fosse assunta dalla Giunta (ancora una volta?) senza curarsi di ascoltare previamente non solo la cittadinanza, ma nemmeno i consiglieri di maggioranza.
I semafori a chiamata agevolerebbero senz?altro i pedoni negli attraversamenti e toglierebbero alla Polizia Municipale un?incombenza, con il risultato di permetterle un maggior presidio sulle strade. E poi? Francamente mi sembra un po? poco. I problema traffico sarebbe risolto nell?aspetto della sicurezza in alcuni punti delicati e nulla piu?.

Io sono invece per mettere i cosiddetti semafori intelligenti: che diventano rossi automaticamente se le vetture che si avvicinano superano un certo limite di velocita?. Solo questo tipo di semaforo, infatti, potrebbe produrre l?effetto di rallentare sensibilmente la velocita? delle vetture che attraversano i nostri centri abitati: l?autista scorretto, non rispettoso dei limiti, sara? costretto allo stop dal semaforo rosso e vedrete che, dopo aver trovato il rosso 5/6 volte, la volta successiva rallentera? previamente la propria marcia.

Il problema del semaforo intelligente e? che blocca il traffico e potrebbe peggiorare la situazione sotto il profilo delle emissioni e dell?ambiente. Qui? pero? viene in gioco la questione del dove li mettiamo i semafori: il problema ambientale, infatti, nasce solo se li installiamo in pieno centro abitato.
Io invece propongo di metterli all?ingresso dei centri abitati: a Vezzano sul rettilineo della CARTEMPLAST venendo da Reggio e all?altezza della vecchia fornace del gesso, venendo dalla mantagna, dopo 2 rettilinei che inducono ad alte velocita? e terminano in zone d?alta pericolosita?; a La Vecchia all?altezza del BAR Bussola venendo dalla montagna e della ferramenta venendo da Reggio, anche qui? dopo 2 rettilinei che portato all?area piu? densamente abitata (in totale 4 semafori).

In tal modo potremmo evitare che le auto entrino nei paesi a velocita? sostenuta e sposteremmo le eventuali file di veicoli su tratti su cui si affacciano solo poche abitazioni. Ne beneficerebbero i cittadini del centro, i quali non solo potrebbero attraversare la strada piu? tranquillamente (evidentemente il semaforo rosso creerebbe spazi temporali adeguati di assenza di traffico sulla strada), ma non vedrebbero anche piu? sfrecciare bolidi impazziti sotto casa.

Certo poi i semafori non elimineranno il traffico. Ma credo potranno almeno lenire alcuni problemi, anzitutto se saranno abbinati a soluzioni suppletive, sulle quali mi soffermero? nella terza parte.
sab 12 marzo 2005 - Autore : paolofrancia
Lunedì 7 marzo è andata in scena una nuova puntata di una serie ormai alla ribalta a Vezzano da decenni: il dibattito sulla SS63 e, in particolare, sull?eventuale tangenziale capace di dirottare il traffico al di fuori del centro abitato.

Il Centro Sociale I Giardini ha organizzato l?evento evidentemente cogliendo ancora una volta nel segno, vista l?affluenza e la partecipazione attiva della cittadinanza. Il tema non stanca mai, è prioritario? forse perché in tanti anni molto si è discusso, ma poco si è fatto.

E tuttavia io sono uscito dalla sala Puccini con una sensazione negativa, di perdurante frustrazione da parte di chi con la SS63 e con il suo traffico è costretto a convivere e di sostanziale impotenza: zero a zero e via che andiamo; tra 5 anni siamo ancora qui? ad organizzare un dibattito analogo trovandoci nella stessa situazione.

E allora, pur consapevole di urtare la sensibilità di alcuni, io dico: la tangenziale, signori, nei prossimi decenni continuerà ad essere una chimera per noi ! Nemmeno ora che il nostro paese ha un rappresentante in Provincia ed uno in Regione (scusate se è poco per un paese di 4.000 abitanti) si riescono ad ottenere impegni e stanziamenti? cosa dobbiamo aspettare: che Lunardi acquisisca la cittadinanza onoraria dal Comune di Vezzano?

In verità credo che nemmeno questo servirebbe. Fortunatamente, a mio modo di vedere, chi fa politica nella nostra zona non è mosso da una logica clientelare stile meridione d?Italia: del se mi voti ti prometto la tangenziale. E di questo sono ben contento. Semmai mi amareggia pensare che un tema vitale per Vezzano, come quello della tangenziale, sia presumibilmente totalmente sconosciuto ad altri esponenti politici che siedono in Parlamento e/o nei vari consigli di Provincia e Regione anche grazie al voto dei Vezzanesi. Persone che invece erano state prodighe di rassicurazioni durante la campagna elettorale sul fatto che si sarebbero interessate dei problemi locali.

Dalla serata di lunedi? resta in ogni caso l?opinione di un Saccardi disilluso e molto franco, del quale condivido la ricostruzione sullo stato delle cose: dobbiamo prendere atto del fatto che un intervento come la tangenziale a Vezzano ad oggi e? un salasso per casse pubbliche semivuote. Siamo e presumibilmente andremo incontro a tempi di vacche magre, ci sia Prodi o Berlusconi al timone. Paghiamo gli sprechi dell?italietta per anni impegnata in progetti faraonici frequentemente nemmeno completati. E soprattutto scontiamo il fatto che del disagio di mille persone che vivono sulla SS63 nel Comune di Vezzano, in fin dei conti, a chi gliene frega veramente. Forse non importa nemmeno agli abitanti di Pecorile e Paderna?. Per noi e? una priorita?, per il resto del Mondo evidentemente no.

Percio? se vogliamo che il toro sia preso per le corna dobbiamo dare al problema dimensioni maggiori e portarlo alla ribalta dello scenario almeno provinciale, iniziando ad agire a livello comunale, con iniziative che quanto meno possano alleviare il disagio dei vezzanesi.

Io non riesco a confidare in quel che dice Giovanelli, il quale pur ha fatto una ricostruzione storica matura della situazione. Non credo sia sufficiente dire: negli ultimi 10 anni di interventi sulla SS63 ne sono stati fatti tanti, prima o poi verra? anche il momento di Vezzano. Inoltre mi chiedo se il senatore (di cui pur apprezzo l?impegno a partecipare alla serata) passando per Vezzano abbia mai alzato gli occhi per notare che siamo in una vallata: come fa a suggerire di definire almeno 3 o 4 soluzioni alternative dove possa passare la tangenziale, tenendone conto nel PSC? La facciamo passare sotto il Crostolo o per aria?

Io non credo che esistano molte alternative, ma non sono nemmeno dell?avviso che, vista l?evoluzione recente dell?abitato di Vezzano, sia logico oggi insistere su un percorso lungo l?alveo del Crostolo.
Le mie idee al riguardo le esprimero? comunque in altra sede.

p.francia

sab 15 febbraio 2003 - Autore : paolofrancia
La recente vicenda delle decorazioni artistiche alla colata di cemento in quel di Bettola offre sicuramente centinaia di spunti di riflessione.
- Bellissimo il dibattito contenutistico, sul messaggio di pace trasmesso. Al riguardo io dico che gli autori dell'opera hanno raggiunto pienamente il loro obiettivo: hanno fatto si' che si parlasse di pace anche entro una comunita' molto disattenta e supeficiale, fino ad ora, sull'argomento. Credo che grazie a loro molti vezzanesi si siano finalmente ricordati di essere pacifisti; dopo che x qualche mese erano rimasti seduti di fronte all'argomento, pensando che ormai non se ne potesse piu' di quel costante, immutabile servizio d'apertura d'ogni TG.
- Stucchevole invece il dibattito seguente sui modi di lanciare il messaggio. Una bandiara o uno striscione nello stesso posto avrebbero destato lo stesso interesse? avrebbero ottenuto la stessa eco?
- Tragicomica la questione circa l'appartenenza di quel muro di sostegno al monumento ai caduti.
Trovo ridicolo andare a ricercare tra i progetti e le idee degli autori la risposta a questo quesito: un monumento cosi' importante non e' di chi l'ha realizzato, ne' di chi l'ha commissionato; e' della comunita' che vede in esso un simbolo ed un segno. Dunque bisognerebbe chiedere ai vezzanesi ed ai discendenti delle vittime se quel muro e' un monumento o, forse, uno scempio. E su quale sarebbe la risposta io un'idea ce l'avrei...

Insomma la vicenda e' talmente stimolante che, forse, sarebbe opportuno parlarne ancora di piu' e, soprattutto, coinvolgendo ancora piu' gente.
Quel monumento ha una valenza simbolica persino piu' profonda del pur prezioso messaggio di pace lanciato dagli "imbrattatori". Forse, a questo punto, sarebbe bene che la comunita' vezzanese fosse invitata a discutere su di esso anche al di la' del periodico giorno giorno di commemorazione. Magari anche per valutare l'opportunita' d'un intervento estetico su quel muro del pianto...

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