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Cosa è successo alle Esperidi ?
Autore : redazione - mar 21 aprile 2020 - Cronaca
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Quella che segue è una ricostruzione di alcuni fatti, basata su fonti documentali e testimonianze dirette, della dolorosa vicenda che vede coinvolta una delle storiche istituzioni vezzanesi: la residenza per anziani delle Esperidi.

E' un'esposizione cronologica di quello che in parte è accaduto in questi due mesi di emergenza, dove una minaccia invisibile, ma presente e costante, ha messo in crisi molte delle nostre certezze personali, sociali ed economiche.

Una minaccia che ha colpito ed incombe ancora sui più deboli e fragili.

A loro dobbiamo riservare la parte migliore di noi: il nostro affetto, il nostro rispetto, il nostro impegno, il nostro cordoglio.

Nella cronaca partiamo dall'oggi, da quest ore.

Il sindaco Stefano Vescovi ha aggiornato i dati del contagio nella struttura delle Esperidi: su 72 ospiti sono 63 i positivi. Di questi 20 hanno sintomi e per 5 è stato necessario il ricovero in ospedale. E' una situazione in continua evoluzione.

Dall'inizio dell'anno sono 22 i decessi nella struttura di cui 9 testati e risultati positivi e due, avvenuti nelle ultime ore, in attesa di esito.

Come si è arrivati a questa situazione ?

Fin dall'inizio dell'emergenza la struttura delle Esperidi aveva deciso di evitare il più possibile il contatto degli ospiti con il mondo esterno, vietando le visite dei parenti e tenendo in comunicazione gli ospiti con le proprie famiglie attraverso strumenti tecnologici.

A metà marzo gli operatori della struttura avevano realizzato un video emozionante, coinvolgendo gli ospiti in una campagna di sensibilizzazione "Io faccio la mia parte - tu resta a casa".

Il 25 marzo nelle struttura delle Esperidi viene autorizzato un nuovo ingresso.

Si tratta di un paziente che nelle settimane precedenti era stato ricoverato per alcune patologie all'ospedale Santa Maria Nuova e trasferito con tampone negativo alla struttura di Villa Verde. Da qui il paziente viene ulteriormente trasferito, dopo un altro tampone negativo, alla struttura delle Esperidi, dove viene isolato.

Non può deambulare, cioè non è in grado di muoversi autonomamente e quindi di entrare in contatto con altre persone se non con il personale di assistenza.

Secondo la direzione delle Esperidi dopo qualche giorno il paziente ha cominciato a sviluppare tosse e febbre. Ed è stato sottoposto a tampone, questa volta risultato positivo. Siamo ai primissimi giorni di aprile.

Apriamo una parentesi: le indagini epidemiologiche, ovvero ricostruire la catena dei contagi soprattutto all'inizio di un focolaio, sono uno strumento prezioso per quel processo fondamentale: testare, isolare e tracciare. Non servono invece ad additare possibili vittime trasformandole in possibili untori. Ce lo siamo detti agli inizi di questa difficile vicenda.

Negli stessi primissimi giorni di aprile (sabato 4) un altro paziente delle Esperidi viene trasferito all'ospedale con sintomi da covid-19. Morirà purtroppo qualche giorno dopo.

All'inizio della settimana seguente i familiari degli ospiti vengono avvertiti della situazione: all'interno della struttura è stato riscontrato qualche caso sospetto ma si ribadisce il massimo impegno, umano e professionale, nell'affrontare il contagio.

Passa solo qualche giorno e la situazione diventa più difficile.

Siamo alla vigilia di Pasqua.

Vengono interrotte le comunicazioni quotidiane degli ospiti attraverso gli strumenti tecnologici perché le risorse umane devono essere tutte dedicate all'assistenza. Una parte del personale si è ammalato, ma la situazione viene considerata comunque stabile e sono stati richiesti i tamponi per evidenziare eventuali soggetti positivi.

Negli stessi giorni un operatore della struttura descrive la situazione come difficile e caotica: "è saltato tutto, turni e ruoli".

In quei giorni e in quelli successivi il personale socio sanitario risulterà dimezzato.

Passata Pasqua arrivano i rinforzi di personale dall'azienda sanitaria e arrivano anche i tamponi che certificano i dati drammatici di queste ore.

Non gli ultimi, purtroppo

(per domande, segnalazioni ed integrazioni potete scrivere a info@vezzano.net)
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